"Possiamo annunciare in maniera molto netta che finalmente a Roma saranno superati i campi" ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi. Una notizia che dovrebbe sollevare gli animi dei cittadini. E invece no. Perché il modo scelto dal comune per smantellare i degradati e fatiscenti campi abitati dai nomani è un bel assegno da 800 euro.
L'assessore al Sociale Laura Baldassare, l'ha definito "contributo per l'affitto"; i primi a goderne saranno i sinti e camminanti dei campi di La Barbuta e Monachina. L'assegno sarà un bonus inversamente proporzionale al reddito: più alto per gli indigenti e più basso per i più benestanti. Il contributo del Comune sarà erogato a fine mese sul conto corrente di ogni famiglia. La Baldassarre fa sapere che non ci sarà "nessun trattamento speciale rispetto agli altri cittadini". Insomma.
Il patto di "responsabilità" tra rom e Comune si fonderà su alcuni capi saldi: i nomadi dovranno fornire un iban, permettendo così al Campidoglio, alla Guardia di Finanza e all'Agenzia delle entrate di controllare i movimenti bancari della famiglia assistite. Il secondo punto fa riferiemento alla scolarizzazione dei minori rom, che avranno meno pulmini scolastici ma che "dovranno essere accompagnati dai genitori direttamente a scuola". Inoltre, il Comune si impegnerà a fornire corsi di formazione e il sostegno alla creazione di piccole realtà imprenditoriali.
Le critiche
La prima bocciatura al piano della Raggi arriva dall'associazione 21 luglio, che accusa l'amministrazione di "non conoscere il fenomeno dei rom in emergenza abitativa".
Infatti il Comune ne conta 4500 in 9 villaggi, mentre per la Onlus sono 5300 in 19 insediamenti. Una critica arriva anche da Matteo Salvini, che a corredo di una diretta su Facebook scrive: "Il sindaco di Roma (5Stelle) che spenderà 4 milioni di euro per integrare e dare le case ai ROM".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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