Il direttore generale dell'ospedale Sant'Andrea di Roma, Egisto Bianconi, romano 47enne, è finito ai domiciliari. C'è anche lui tra gli arrestati nell'ambito della maxi inchiesta nella Capitale su traffico di droga, prestiti usurari e sulle procedure di aggiudicazione di un importante appalto per le camere mortuarie della struttura sanitaria.
L'operazione è stata condotta all'alba dalla squadra mobile di Roma, con la collaborazione dei militari della Compagnia carabinieri "Montesacro", del Reparto Prevenzione Crimine "Lazio" e del Reparto Mobile di Roma. Bianconi rientra nell'inchiesta - stando alle risultanze investigative - proprio per la parte che avrebbe avuto nella vicenda dell'appalto.
Poliziotti e carabinieri hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 9 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, porto abusivo di armi da fuoco, usura aggravata e turbata libertà degli incanti. E nel giro di poche ore il presidente della Regione Lazio, appresa la notizia dell'arresto di Bianconi, per fatti risalenti al suo precedente incarico, ne ha disposto l'immediata sospensione dalla carica, nominando commissario straordinario Lorenzo Sommella, attuale direttore sanitario aziendale.
Il nome di Bianconi è spuntato fuori in seguito alle indagini coordinate dalla direzione distrettuale antimafia sulle attività illecite della famiglia Primavera: Guerino, 57 anni, e i figli Fabrizio e Daniele, 34 e 28 anni, il primo accusato di usura aggravata, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio; il secondo accusato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, porto abusivo di armi da fuoco e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, e il terzo accusato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio.
Tutti e tre risultano attualmente irreperibili.
L'inchiesta che a vario titolo ha portato agli arresti, ai domiciliari, anche di Fabrizio Coppola, imprenditore edile nativo di Campagnano di Roma, 47enne; Luciano Giustino Taffo, nato a Poggio Picenze (L'Aquila), 55 anni, e il figlio daniele, 27 anni, noti imprenditori titolari dell'omonima ditta di pompe funebri nella capitale e accusati con Bianconi del reato di turbata libertà degli incanti, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio. Per Filippo Zanutti, romano 37enne, che era il responsabile unico del procedimento e presidente della commissione di gara, l'accusa di turbata libertà degli incanti, e per lui è scattata la misura interdittiva della sospensione dal pubblico ufficio attualmente esercitato per la durata di 12 mesi.
La vicenda emersa è quella della gara d'appalto indetta dall'azienda ospedaliera Sant'Andrea per l'affidamento dei"servizi inerenti i decessi in ambito ospedaliero con annessa gestione della camera mortuaria" del nosocomio in relazione alla quale sono state documentate condotte di rivelazione di segreto d'Ufficio, turbata libertà degli incanti, corruzione ed indebita induzione all'erogazione di utilità. Le investigazioni della squadra mobile hanno permesso di documentare, in tale contesto, l'assegnazione fraudolenta dell'appalto, a favore di Luciano Giustino Taffo e del figlio Daniele.
Da intercettazioni relative ad altre persone entrate in qualche modo nell'inchiesta emerge che si parla di"una media di cinquecento decessi all'anno...a tre mila euro la media a funerale.. è un milione e mezzo di euro l'anno...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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