Una distesa di pannelli in amianto che si stanno via via sgretolando, disperdendo nell’aria le loro polveri velenose. Si presenta così, a 20 anni dalla sua chiusura, l’ex fabbrica Buffetti di via di Villa Bonelli: una vera e propria bomba ecologica nel cuore della Magliana.
Le recinzioni sono divelte, il cancello è aperto e non c’è più una finestra che non sia andata in frantumi. Percorrendo i corridoi abbandonati e gli ampi spazi messi a soqquadro distinguiamo ciò che resta delle notti trascorse all’ombra dell’Eternit. Bottiglie di birra, indumenti e scarti alimentari sparpagliati ovunque. Ormai ridotto in discarica e rifugio per sbandati, l’ex stabilimento è anche andato a fuoco in più di un’occasione. Le fibre semicarbonizzate di amianto sono lì, sul pavimento, a testimoniarlo. L’ultimo rogo risale allo scorso giugno ma, raccontano i residenti, “da quando non c’è più nemmeno il servizio di guardiania l’ex cartiera è diventata un porto di mare e gli incendi dolosi sono frequenti”.
All’interno l’aria è irrespirabile, e per conquistare qualche molecola d’ossigeno raggiungiamo le terrazze. Lassù, sotto al sole rovente, si estendono a perdita d’occhio i pannelli di amianto, circondati da un vespaio di palazzine residenziali. La Magliana, d’altronde, è una delle zone più densamente popolate della Capitale. E nel raggio di 500 metri dalla “fabbrica della morte” (così come l’ha ribattezzata chi abita nelle vicinanze) non c’è un condominio dove non vi sia un malato o dove non si pianga la morte di qualcuno. “Non facciamo altro che fare funerali”, commenta la signora Orietta che tutte le mattine è costretta a spazzare via dal suo balconcino una “strana polvere bianca”. Poi c’è Laura che vive a nemmeno 200 metri dalla ex Buffetti assieme alla famiglia. “Mio papà ha avuto un tumore ai polmoni, al sangue e al cervello, è stato devastante”, racconta. “Quando glieli hanno diagnosticati, i medici ci hanno domandato se eravamo in contatto con l’amianto ma noi gli abbiamo detto di no, perché non sapevamo ci fosse dell’amianto qui”. Anche sua sorella si è ammalata di quel “brutto male” che l’ha colpita al seno e alla laringe. A combattere contro la stessa patologia è anche la moglie del signor Mario. Ed è per questo che lui, da anni, si batte per la bonifica dello stabilimento: “C’è un’epidemia di tumori, quella fabbrica ci sta uccidendo”. Nel palazzo di Roberta, per esempio, ben quattro condomini si sono ammalati di cancro. Lei è una di loro: “Mi hanno asportato entrambi i seni, vi prego smantellate lo stabilimento”.
Ma gli appelli delle vittime, sinora, sono caudati nel vuoto. La Beta s.r.l., attuale proprietaria dell’immobile, continua a prendere tempo. E per cercare di eludere gli oneri dello smaltimento è persino ricorsa al Tar. “L’azienda”, attacca Germana Corrado, esponente locale della lista civica Con Giorgia, “vuole cercare di rivendere gli spazi commerciali scaricando le spese della bonifica sui nuovi acquirenti o sul municipio stesso”. Lo scorso maggio, però, il giudice amministrativo ha rigettato l’istanza della società ma “ancora non è stato mosso un dito”,denuncia la Corrado. “A 26 anni dalla legge che mette al bando amianto ed Eternit, a Roma, sono più di 800 gli edifici con presenza e tracce di questi materiali”, spiega Piergiorgio Benvenuti, presidente di Ecoitaliasolidale. Allora, continua, “se i privati non si decidono ad intervenire, dovrebbe pensarci il sindaco di Roma visto che è responsabile della salute dei cittadini”. E proprio in Campidoglio, qualche giorno fa, è stata finalmente convocata una commissione ad hoc. “Il minisindaco grillino non si è neppure presentato”, commenta amareggiata la Corrado che ha portato alla ribalta il caso della ex Buffetti.
“È come se queste persone e le loro storie fossero invisibili”, gli fa eco Vanda Soriente, responsabile di Ecoitaliasolidale Lazio e promotrice di una petizione (ben 6mila le firme raccolte) per chiedere la bonifica dell’area. A sottoscrivere l’appello c’è anche un’anziana, aggredita da un tumore all’esofago e alla vescica, le è rimasto un filo di voce. Quanto basta per sussurrare: “Fate qualcosa, spero in voi”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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