La Roma pareggia, Totti vince, Spalletti perde

La Roma pareggia, Totti vince, Spalletti perde

Totti ha salvato la Roma dalla peggior figura del campionato. Perché se segni il gol del 3-3 in una partita che la Roma vinceva 0-2 con l'Atalanta e poi perdeva 3-2, non c'è altro da dire. È un fatto. Anzi, più fatti messi insieme che fanno un fatto rilevante.

Spalletti avrebbe dovuto ringraziarlo, elogiarlo, abbracciarlo. Invece a fine partita dice questo: «Totti oggi non ha salvato niente, la partita l'ha salvata la squadra». Che, per paradosso, potrebbe anche essere vero, se togliessimo sempre valore ai singoli, ma siccome non è così, Spalletti ha torto e la sua dichiarazione è un errore. Perché nella diatriba tra lui e il capitano di qualche mese fa, in molti avevano detto - o semplicemente pensato, senza dirlo - che aveva ragione lui. Ma adesso no. Adesso non è più un allenatore che pensa alla squadra, punto. Adesso sembra un allenatore impegnato a sminuire Totti. Cioè prima di tutto un giocatore di quella squadra. Di più: un monumento. Pare una missione dimostrativa, pare una guerra in cui l'allenatore deve fare vedere al mondo (e a Totti) che chi comanda è lui.

Quindi dice pure che Dzeko sbaglia dei gol assurdi come ieri per colpa di Totti, perché non sopporta le pressioni di Roma, dove giocare

al posto del capitano è troppo difficile. Siamo ai confini del surreale. Senza quel gol di Totti oggi Spalletti si starebbe leccando le ferite di una sconfitta umiliante. Non riconoscerlo è comunque una sconfitta. Pesante.

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