Roma, rubavano per il gusto di farlo, fermata gang di baby rapinatori

I ragazzini, che avevano “Gomorra” come modello nei profili social, esibivano come trofei i bottini delle rapine ai danni di coetanei

Roma, rubavano per il gusto di farlo, fermata gang di baby rapinatori

È stata sgominata a Roma la gang composta da dieci ragazzini, di cui solo 4 già giunti al compimento della maggiore età, che per mesi ha imperversato nei quartieri di Vescovio, Africano e Coppedè con rapine ai danni di numerosi minorenni.

A seguito di lunghe indagini, nata grazie alle segnalazioni di alcune delle loro giovani vittime, la Polizia ha potuto metter finalmente la parola fine all’attività criminale del gruppetto. I minorenni sono stati raggiunti da un avviso di garanzia emesso dalla Procura della Repubblica, mentre per i 4 maggiorenni sono scattati una detenzione in carcere e 3 restrizioni ai domiciliari.

Obiettivo dei malviventi erano bottini composti da piccole quantità di denaro, derivato dalle “paghette” delle vittime, oggetti di valore come ad esempio cellulari o addirittura vestiti griffati. Dopo di che, i proventi dei furti venivano esibiti con orgoglio sui social network, come fossero dei trofei, un simbolo distintivo che contribuiva ad accrescere la considerazione ed il timore della banda in chiunque leggesse. Molti dei profili, grazie all’analisi dei quali è stato possibile per gli inquirenti risalire ai componenti della gang, contenevano messaggi e immagini in cui si rivendicava con forza l’appartenenza ad un gruppo, composto da membri con un legame fraterno tra loro: compagni da proteggere e vendicare, nel caso fosse necessario, come nelle serie Tv a tema, similmente a “Gomorra”.

Secondo gli inquirenti, i crimini commessi erano fatti solo “per il gusto di farlo”, come riportato da "Roma Today", più un modo per cementare questo legame e per dimostrare la forza come gruppo anche a coetanei esterni al quartiere.

Le giovani vittime delle loro vessazioni, per timore di incrociarli di nuovo, preferivano rinchiudersi in casa e, se proprio avevano necessità di uscire,

indossavano solo vestiti poco costosi, così da non attirare la loro attenzione. Trovato il coraggio di denunciare, anche grazie all’appoggio dei genitori, hanno contribuito a metter fine alle malefatte dei loro aguzzini.

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