Roma, vittima del raid degli ultra: "Avevo l'intestino in mano sono vivo per miracolo".

Le parole di una vittima del tremendo agguanto portato a termine da un gruppo di tifosi milanisti dopo la finale di Coppa Italia

Roma, vittima del raid degli ultra: "Avevo l'intestino in mano  sono vivo per miracolo".

"Sono vivo per miracolo": parla dall'ospedale Santo Spirito di Roma, il 27enne Gianluca Macrì Messineo, ricoverato nel reparto di chirurgia dopo l'agguanto di un gruppo di tifosi del Milan dopo la finale di Coppa Italia.

È ancora sotto choc ma trovo le forze per raccontare quel terribile sabato sero. Dalla pagine del Messeggero, spiega si trovava al Jet Let, il bar in cui è avvenuta l'aggressione, per festeggiare il compleanno di un amica: "Poco dopo mezzanotte ero seduto fuori dal locale, vicino all'ingresso. Io e altri clienti abbiamo notato dei pullman incolonnati in via Andrea Doria, all'incrocio con via Leone IV, a pochi metri da noi. Immaginavo fossero i tifosi di una delle due squadre che all'Olimpico avevano appena giocato la Coppa Italia, ma non sapevo se juventini o milanisti. Gli ultras, che tra l'altro erano scortati delle forze dell'ordine, hanno iniziato a forzare le porte per uscire in strada. Poco dopo è scoppiato l'inferno".

Un inferno a malapena riesce a raccontare. Con un filo di voce guida ricostruisce quello è successo: "Mi hanno accoltellato senza motivo. Avevo l'intestino in mano, sono vivo per miracolo".

Un filo di voce ricostruiscce il blitz di diversi sostenitori del milan che, armati di spranghe, coltelli e bottiglie, hanno assaltato il locale nel centro della Capitale. Gianluca dal letto d'ospedale non riesce a spiegarsi quella violenza, esplosa forse per una delusione sportiva.

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