Sì al suicidio assistito: l'ultimo parere riapre il dibattito

Sì al suicidio assistito: l'ultimo parere riapre il dibattito

Finalmente nel Paese si è levata una voce limpida, in mezzo a tanti berci, sospiri, lamenti e brusii di registrazioni più o meno rubate. La voce limpida è quella autorevole del Comitato nazionale per la bioetica, chiamato dalla Corte costituzionale a esprimere un parere sul cosiddetto «suicidio assistito», che è cosa diversa dall'eutanasia.

Ci si riferiva al caso di Marco Cappato, «colpevole» di avere accompagnato in Svizzera il dj Fabo, che voleva legittimamente morire. Dunque Cappato è punibile per il reato di istigazione o aiuto al suicidio, e la giustizia italiana potrebbe trasformare un atto di generosità, amore e amicizia in qualcosa di simile all'omicidio.

Ebbene, i membri della Consulta hanno espresso pareri diversi. C'è stato chi sostiene che «la difesa della vita umana» è un principio essenziale in bioetica, quindi «compito inderogabile del medico» è «l'assoluto rispetto della vita dei pazienti». Bello, peccato però che qui ci si preoccupi del medico, piuttosto che del paziente e della sua volontà. Chiunque deve avere il diritto di decidere sulla propria vita.

Infatti altri membri della Consulta hanno obiettato che il «valore della tutela della vita vada bilanciato con altri beni costituzionalmente rilevanti, quali l'autodeterminazione del paziente e la dignità della persona». Il linguaggio giuridico è da brivido, con quel definire «beni costituzionalmente rilevanti» il diritto di un uomo a scegliere se smettere di soffrire, a annullarsi liberamente senza aspettare che la malattia lo consumi oltre ogni sopportazione. Detto in parole semplici, la via è mia, e lo Stato ha solo il diritto di controllare che io non violi le sue leggi.

Se una delle sue leggi mi impedisce di decidere quando e come morire, e addirittura di ricorrere all'aiuto di un amico, quella legge è sbagliata e deve essere cambiata.

Il Comitato nazionale per la bioetica è un organo consultivo di governo, Parlamento e altre istituzioni: troppo spesso «consultivo» significa, in pratica, che il parere espresso può venire tranquillamente ignorato. C'è da augurarsi che, stavolta, governo, Parlamento ecc. ne tengano conto. Sono belle le parole con le quali Marco Cappato ha salutato la decisione: «Onore al Comitato nazionale di bioetica, e non solo alla maggioranza che ha espresso una decisione rispettosa della libertà del malato, ma anche alla minoranza che si è opposta, perché almeno loro, al contrario del Parlamento italiano, hanno avuto il coraggio di dibattere e di scegliere».

Coraggio, uomini e donne del Parlamento:

fra lavoro serio, uscite dall'aula, levate di cartelli, berci e brusii, questo è il momento di prendere una decisione. La più importante, perché - ben oltre la vita e la morte - riguarda la libertà dell'individuo.

@GBGuerri

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