Il Salone del Libro prima invita Altaforte e poi fa marcia indietro. Come l'anno scorso

Gli organizzatori della kermesse torinese hanno spiegato che l'invito era una comunicazione automatica partita dall'associazione italiana editori. Ieri hanno detto che non vogliono firmare nessun contratto con la casa editrice

Il Salone del Libro prima invita Altaforte e poi fa marcia indietro. Come l'anno scorso

A distanza di nemmeno un anno la storia si è ripetuta. Il contesto è quello del Salone del libro di Torino, in programma dal 14 al 18 maggio 2020. In un primo momento sembrava che l’organizzazione della fiera avesse invitato la casa editrice Altaforte ma poi ieri l’ha revocato. Stesso copione avvenuto a maggio del 2019 quando la stessa Altaforte era stata esclusa in extremis perché vicina a Casapound.

Come riporta La Stampa, il 17 gennaio gli organizzatori dell’evento avevano inviato una lettera alla casa editrice in cui sottolineava che le aveva riservato un posto. Poi la missiva sottolineava che ogni editore è importante perché con il suo lavoro contribuisce alla varietà di titoli e inoltre ogni opera è portatrice di storie e pensieri diversi che aiutano a interpretare la realtà e a trovare degli spunti per affrontare il presente. Insomma tutto lasciava supporre che non ci fossero problemi. Ieri, però è arrivata una comunicazione ufficiale del Salone del libro di Torino. L’organizzazione delle kermesse ha detto di aver appreso che Altaforte sarebbe staccata invitata alla fiera. Poi ha specificato che “si tratta di una comunicazione commerciale automatizzata, partita dall'Aie, Associazione italiana editori, per un'iniziativa congiunta, destinata al database contenente i contatti di tutti coloro che hanno richiesto un codice Isbn negli ultimi anni. Tra questi - ha precisato - è stata indirizzata anche alla casa editrice SCA2080 Srl con sede a Roma, che a quanto pare, risulta collegata al marchio Altaforte”. Il Salone del libro ha quindi ribadito che i contratti devono essere concordati tra le due parti ma visto quanto accaduto lo scorso anno, “non intende sottoscrivere alcun contratto con le suddette società”.

Una doccia fredda quindi per Altaforte. Proprio ieri, quest’ultima ha accolto l’invito del Salone del libro con un post su Facebook. A quanto pare l’editore Francesco Polacchi ha confermato l’adesione e l’ha interpretata come un gesto distensivo verso un mondo culturale che non dovrebbe essere censurato. Ma in realtà l’invito era una newsletter partita forse per errore. Ora la casa editrice potrebbe avviare una causa.

Come detto un anno fa Altaforte fu esclusa all'ultimo minuto dalla kermesse dalla sindaca di Torino Chiara Appendino e dall’allora presidente del Piemonte

Sergio Chiamparino. Sulla decisione aveva pesato l'annuncio della scrittrice Halina Birenbaum, sopravvissuta ad Auschwitz, che aveva detto di non voler entrare al Salone se ci fosse stata la casa editrice vicina a Casapound.

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