Undici milioni di italiani hanno dovuto rinunciare alle cure mediche nel corso del 2015 perchè non potevano permettersele. È preoccupante il quadro sulla situazione del sistema sanitario nazionale fornito da Censis e Rbm al Welfare Day. Di fatto si cura solo chi può pagare le spese. Secondo l'Istituto di ricerca infatti nell'ultimo anno la spesa per le cure mediche è salita a 569 euro pro capite, 80 euro in più rispetto al 2013, ma nello stesso periodo sono due milioni in più gli italiani che hanno rinunciato a curarsi.
Millennials e Anziani
Sono in particolare i più giovani e i più anziani a non riuscire a finanziarsi le prestazioni sanitarie di cui avrebbero bisogno. Sono 2,2 milioni i millennials, cioè i nati tra gli anni '80 e il 2000, che rinunciano alle cure mediche, quasi due milioni e mezzo gli anziani. L'Istituto parla di un universo, quello della "sanità negata", che tende ad allargarsi.
Incubo liste d'attesa
Sono il problema irrisolto del Sistema sanitario nazionale. Dieci milioni di italiani scelgono di affidarsi ad ambulatori e studi medici privati per evitare le lunghissime liste d'attesa degli ospedali. In sette milioni fanno ricorso all'intramoenia, le prestazioni fornite dai medici al di fuori del normale orario di lavoro utilizzando le strutture pubbliche.
Visite inutili
Cinque milioni di italiani dicono di aver ricevuto prescrizioni di farmaci, visite o accertamenti diagnostici che si sono rivelati inutili. Ciononostante la maggior parte di questi è contrario a sanzionare i medici che fanno le prescrizioni.
Qualità peggiorata
Tutto ciò si ripercuote negativamente sulla percezione che i cittadini hanno sulla qualità del servizio sanitario nella propria regione. Per il 45 percento degli italiani la qualità è peggiorata negli ultimi due anni, per il 41,4 percento è rimasta la stessa, e solo per il 13,5 percento è migliorata.
Sanità italiana inadeguata
Ancora più critico il giudizio generale sulla sanità.
Secondo il Censis infatti la maggioranza degli italiani, il 52 percento, considera inadeguato il servizio sanitario nella propria regione. La situazione cambia da regione a regione. Nel mezzogiorno la percentuale si avvicina al 70 percento, mentre al nord-est arriva la 32,8 percento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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