Scandalo Unar, anche Vittorio Sgarbi dice la sua: "I gay non sono una categoria protetta"

Dopo l'inchiesta choc de Le Iene sullo scandalo dei contributi Unar all'associazione gay, Vittorio Sgarbi ha commentato: "Un'associazione di quel tipo non deve essere assistita dai cittadini"

Scandalo Unar, anche Vittorio Sgarbi dice la sua: "I gay non sono una categoria protetta"

Anche Vittorio Sgarbi ha detto la sua sullo scandalo dei contributi Unar all'associazione gay scoperto grazie a un servizio de Le Iene di domenica sera.

Nell'intervento andato in onda durante la trasmissione Matrix, il critico d'arte ha voluto precisare che la prostituzione non è un reato, "è un reato lo sfruttamento della prostituzione e la prostituzione minorile". "Le puttane e i travestiti - spiega - non devono sentirsi dire che commettono reato. Non è un reato, ma non è un'attività che prevede assistenza. Se in un'associazione si pratica l'attività di metterlo nel culo all'altro quella si chiama attività sessuale o prostituzione e non deve essere assistita con i soldi delle nostre tasse".

Vittorio Sgarbi nel suo intervento ha voluto ribadire più volte che i gay non sono una categoria da proteggere. "Perché un'associazione come la mia in cui si pratica attività sessuale tra uomo e donna non è assistita?!? Non capisco perché se uno è gay deve prendere un contributo in quanto discriminato.

Non è affatto discriminato, è gay. Liberamente gay, serenamente gay. Non dobbiamo metterli nel ghetto di quelli che hanno bisogno assistenza. Rispettiamo i gay e non abbiamo bisogno di enti che li assistano". (Guarda il video)

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