Febbre del Nilo nel Lodigiano. Scatta un nuovo incubo

Almeno cinque persone nei paesi della Bassa avrebbero contratto la malattia. I pazienti hanno manifestato febbre alta e stato confusionale

Febbre del Nilo nel Lodigiano. Scatta un nuovo incubo

Scatta l'allerta sanitaria nel Lodigiano per la ''febbre del Nilo": nelle ultime ore, sarebbero almeno 5 i casi già accertati. Lo ha comunicato l'Ats di Lodi spiegando che sono state avviate le disinfestazioni contro le zanzare nei comuni coinvolti.

Cos'è la ''febbre del Nilo''

La Febbre del Nilo Occidentale, nota anche la denominazione di WND (West Nile Disease), è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un patogeno della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile da cui prende il nome. Generalmente, la trasmissione avviene attraverso la puntura di zanzare ma non è contagiosa. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

5 casi nel Lodigiano

Stando a quanto riferisce l'Ats di Lodi, sarebbero almeno 5 i casi accertati nei paesi della Bassa. Le persone che hanno contratto il virus sono state ricoverate nel reparto di neurologia guidato dal medico Angelo Zilioli, in rianimazione e nell’area medica dell'Ospedale Maggiore. I pazienti hanno manifestano febbre molto alta e, talvolta, stato confunsionale. L’ultima diagnosi risale a ieri pomeriggio e riguarda una donna di 50 anni arrivata con una meningite. La donna è stata sottoposta, con esito favorevole, alla terapia antibiotica. Ora sta meglio. Anche altri tre casi ricoverati al Maggiore sono sulla via della guarigione. Un uomo di 50 anni era entrato in reparto in gravi condizioni, portandosi appresso una mielite, una infiammazione che colpisce il midollo. Ora il paziente si trova in riabilitazione. Un 72enne, invece, è stato colpito da una meningo encefalite ed è finito addirittura in rianimazione per alcune complicanze che poi, si apprende da Il Cittadino, sembrerebbero essersi risolte.

"Casi già attesi"

I casi di trasmissione nelle persone erano attesi visto che i veterinari dell’Ats, già il mese scorso, hanno individuato zanzare positive, nella Bassa e a Borghetto (dove fin dal 2014 quando è stata ritrovata la carcassa di un animale con la West Nile, ogni anno ad aprile si fa la disinfestazione) durante il monitoraggio annuale della stagione estiva. Ora l’allerta è scattata a San Martino, Massalengo, Graffignana, Borghetto, Vidardo , Casaletto e nella Bassa. "L’anno scorso non abbiamo avuto casi – spiega il dottor Zilioli, primario del reparto di rinanimazione – .

In genere, in questo periodo abbiamo sempre dei casi di West Nile. Nel 2015 ne abbiamo avuti 4 o 5. In alcuni casi la puntura della zanzara causa infezioni di poco conto, con evoluzioni positive, in altri, invece, provoca complicanze più severe".

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