Quella scoperta ad Acerra, nel Napoletano, è la prima fabbrica partenopea per la produzione di sigarette di contrabbando. La Guardia di finanza di Nola ha individuato un capannone industriale di circa mille metri quadrati utilizzato per svolgere l’attività illecita. Al momento dell’irruzione, le Fiamme gialle hanno trovato 30 tonnellate di tabacco lavorato, di matrice estera, altre materie prime, come filtri, cartine e materiale di confezionamento, prodotti necessari per la lavorazione e costosi e innovativi macchinari per la fabbricazione delle sigarette di contrabbando.
I finanziari hanno colto in flagrante dodici persone, che sono state arrestate e condotte nelle case circondariali di Poggioreale, a Napoli, e di Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano, mentre tutti il materiale trovato è stato sottoposto a sequestro. La Guardia di finanza, contestualmente, ha scoperto anche un ulteriore deposito di stoccaggio a Cervino, a Caserta, nel quale è stata trovata un’enorme quantità di prodotti da confezionamento.
Una vasta operazione quella condotta dalle Fiamme gialle napoletane, che ripropone il problema del contrabbando delle sigarette. Si tratta di un fenomeno che incide pesantemente sulla salute pubblica e sulle casse erariali dello Stato. Un fenomeno criminale complesso, che comporta un danno complessivo di 10 miliardi di euro per l’Unione europea e di circa 1 miliardo per l’Italia. Nel periodo 2013-2017, l’incidenza dei pacchetti di origine non domestica nel nostro Paese si è mantenuto stabile. Fatto che suggerisce di tenere alta la guardia. La penisola, infatti, rimane coinvolta sia come mercato di destinazione, sia come piazza di transito dei contrabbandieri per raggiungere altri Paesi Ue.
Tra questi, e qui si arriva alla Grecia, Atene ricopre un ruolo cruciale quale principale hub di transito verso l’Italia di illicit whites, come detto, marchi prodotti lecitamente in Paesi extra Ue e contrabbandati sul mercato illecito dei Paesi dell’Unione europea.
Questa tipologia di sigarette illegali ad oggi copre solo per l’Italia il 60% dell’intero mercato del contrabbando. Dunque, sei bionde su dieci sono prodotte legalmente fuori dall’Ue e poi rivendute illegalmente all’interno dell’Unione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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