Ora la mamma di una delle due baby squillo dell'inchiesta sui Parioli, piange, in carcere. Dove resteranno anche gli altri due indagati. Il suo avvocato chiederà per lei una perizia psichiatrica perché ora rischia di perdere sia la figlia quindicenne che si prostituiva, sia il secondo figlio, di dodici anni. Era stata abusata pure lei da ragazza. Ma questo può bastare per alleggerire la sua posizione? Chi è genitore sa che con i figli non si può sgarrare. Qualunque sia il proprio passato bisogna tenerselo alle spalle e offrire a loro un futuro migliore. Quella mamma ha lasciato che la propria figlia ragazzina offrisse il suo corpo al miglior offerente e chissà come sarebbe finita se il giro di squillo ai Parioli non fosse stato smantellato dall’inchiesta della procura di Roma.
Ma guai a pensare che questa storia, seguita con attenzione quasi pruriginosa, sia solo un caso giudiziario. Dietro c’è una realtà più diffusa di quanto pensiamo e di conseguenza un dilemma che si pone a tanti genitori ben più attenti delle mamme delle «baby squillo»: come comportarsi rispetto alla fetta di vita sempre più grande che i nostri figli gestiscono sul web, totalmente all’insaputa di padre e madre? A chi decida di tentare di esercitare un controllo, in questa pagina proviamo a dare qualche suggerimento per stare allerta, sorvegliare i pericoli che possono arrivare dalla Rete. Se da una parte ci sono adolescenti che rivendicano indipendenza e libertà, dall'altra ci sono adulti senza scrupoli, padri di famiglia che vanno a caccia di minori e lo fanno usando la tecnologia. Basta cliccare su Bakeca o altri siti di incontri personali. Si trova di tutto e a buon prezzo. Qualche decina di euro e qualche grammo di coca, e il gioco è fatto.
Qualche volta però nella Rete rimangono impigliati anche gli adulti troppo disinvolti. Come quel Mirko Ieni (accusato anche di spaccio) e il caporalmaggiore dell'Esercito Nunzio Pizzacalla. Loro due, i pizzicati, rimangono in cella. I giudici del Riesame hanno respinto le richieste di scarcerazione dei loro avvocati. Invece Michael Mario De Quattro, sotto inchiesta per aver ricattato una baby squillo con il video del loro rapporto sessuale, è già ai domiciliari per motivi di salute mentre il commercialista-cliente Riccardo Sbarra ha deciso di non rivolgersi al Tribunale della Libertà.
Ma ora è la madre della ragazzina quella sotto i riflettori. Quella che ha indignato più di tutti con le sue frasi intercettate alla figlia che spronava a «lavorare » perché servivano soldi. Il suo avvocato, Nicolò Santoro, vuole capire se è sana di mente. La sorella e zia dei ragazzi non si dà pace: «Giorni fa mi ha detto che voleva confidarsi con me, ma poi non l'ha fatto perché si vergognava troppo. In realtà mia sorella non sapeva tutto, ha avuto una vita difficile, ha subìto violenze».
La storia processuale, però, è solo agli inizi, per il momento molti sono ancora a caccia di notizie «che si fanno leggere» come sapere chi e quanti sono i clienti che usavano cellulari intestati anche a multinazionali.
Lo dice anche il Garante per la Privacy che «richiama al più rigoroso rispetto della riservatezza » sulle giovani e «raccomanda di astenersi dal pubblicare dettagli eccessivi della vicenda e stralci di atti processuali la cui diffusione possa pregiudicare la dignità e il corretto sviluppo della personalità della ragazze ».
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