Senza pilota a 130 orari Ma per Bosch il volante deve restare

Per il colosso tedesco le prime vetture a guida autonoma, capaci di andare in autostrada, saranno lanciate nel 2020

Senza pilota a 130 orari Ma per Bosch il volante deve restare

StoccardaL'auto del futuro? Elettrica, connessa a Internet e totalmente automatica. Sarà così per Bosch, il gigante tedesco della componentistica che sta investendo 5 miliardi l'anno per sviluppare i sistemi di assistenza alla guida destinati a cambiare profondamente non solo i veicoli ma anche il nostro modo di viaggiare su strada. Già per il 2020 il gruppo di Stoccarda ritiene possibile il lancio dei primi modelli che in autostrada, fino alla velocità limite di 130 orari, permetteranno al guidatore di togliere le mani dal volante e i piedi dai pedali: andranno da soli, insomma. E in totale sicurezza, grazie a batterie di sensori, telecamere e radar capaci di fornire alle centraline di controllo i dati necessari per accelerare o frenare alla bisogna e pure per cambiare corsia di marcia. Comodamente seduti in queste bomboniere di chip, anziché alla guida potremo dedicarci, allora, a tante altre attività, e controllarne alcune a distanza, potendo contare anche sulla connessione in rete dei più disparati dispositivi, dagli smartphone ai tablet e ai pc portatili.

La corsa a lanciare per primi l'auto «vai da te» vede schierati al via costruttori tradizionali come Audi e Mercedes, ma anche rivali inattesi e di tutt'altra provenienza. Primo tra tutti Google, che ha messo le mani avanti e intimidito la concorrenza presentando un prototipo addirittura privo del volante. Troppo anche per un'azienda come Bosch che dell'innovazione tecnologica ha fatto il proprio credo, tanto che a margine della conferenza annuale di bilancio il membro del board e responsabile del settore Automotive, Rolf Bulander, ha detto che «Google è un nostro buon cliente, ma sull'eliminazione del volante non siamo d'accordo». Le ragioni? "La sicurezza, perché in certe condizioni di marcia il pilota deve sempre poter riprendere il controllo dell'auto. E il piacere di guida, a cui molti automobilisti non vogliono rinunciare». Morale: la direzione è giusta, ma occhio a non fare il passo più lungo della gamba. Altrimenti anche l'auto a guida autonoma rischia di diventare una chimera.

Costi alti, autonomia insufficiente e permanente mancanza delle infrastrutture di ricarica hanno frustrato sinora gli sforzi per lanciare e diffondere su larga scala le auto a batterie. Bosch ne ha preso atto rivedendo al ribasso le previsioni di vendita (dal 10 a circa il 3% del mercato globale nel 2020, con 2,5 milioni di unità), ma al tempo stesso preannuncia progressi importanti nel costo e nella durata delle batterie (rispettivamente il 50% in meno e in più) che giustificano la scelta di crederci. Oltre a ciò, una parziale elettrificazione dovrebbe incontrare il favore, con 6 milioni di unità, dei proprietari di vetture medio-grandi, grazie ai risparmi in termini di consumi ed emissioni offerti dalle ibride plug-in.

Non va data per morta, in ogni caso, la propulsione tradizionale con i soli motori a combustione interna, a benzina o a gasolio. Anche perché, secondo Bulander, l'efficienza di questi propulsori può migliorare ancora: «Del 20% gli uni e del 10% gli altri. E in fatto di consumi ed emissioni di CO2, il Diesel rimane la soluzione migliore».

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