Un nuovo giallo su Laura Ziliani, la ex vigilessa 55enne scomparsa oltre tre mesi fa e ritrovata cadavere nel Bresciano. Tutto era iniziato alle 11.58 di sabato 8 maggio 2021 quando ai carabinieri arrivò la telefonata della figlia maggiore della donna che raccontò come la madre non fosse più rientrata da un’escursione per la quale era uscita da casa alle 7.05 del mattino. Poi più nulla fino al tragico ritrovamento e all’esito dell’autopsia che non ha lasciato dubbi: il corpo è proprio quello della vigilessa scomparsa.
Il giallo sulla vigilessa si infittisce
Ma, come riportato da Il Messaggero, il giallo si infittisce ancora perché il cadavere, secondo quanto emerso, non sarebbe in stato di decomposizione. Questo particolare farebbe quindi pensare che sia stato seppellito due volte. La prima in un posto coperto e asciutto che lo ha riparato dalle intemperie. La seconda in una buca scavata velocemente che lo ha lasciato però in balia del fiume Oglio, con le sue acque ingrossate dalla pioggia e con forti correnti. Per gli investigatori “questo spiegherebbe come mai il corpo di Laura Ziliani, trovato tre mesi esatti dopo la sua scomparsa, non fosse decomposto tanto quanto il tempo trascorso lascerebbe prevedere”. Intanto sono indagate per omicidio volontario e occultamento di cadavere due delle tre figlie della vigilessa, oltre al fidanzato della maggiore.
Una doppia sepoltura potrebbe essere la risposta cercata, una subito dopo la morte e la successiva per liberarsi una volta per tutte del corpo. Ma chi ha ucciso la vigilessa non poteva però prevedere che l’8 agosto un bambino in bicicletta con mamma e papà avrebbe visto il cadavere tra i cespugli. A coprire il suo corpo solo uno strato di sabbia e terra. L’esame autoptico ha poi fatto il resto non lasciando dubbi sull’identità del corpo ritrovato, abbastanza integro nonostante insetti e maltempo. Dall’autopsia eseguita da Andrea Verzelletti, direttore di Medicina legale degli Spedali riuniti di Brescia, il cadavere è risultato con“organi interni in ottimo stato”. Sulla causa della morte ancora poche certezze, di sicuro però la ex vigilessa non è morta affogata, né in seguito a una caduta, e neppure per ferite. In dubbio anche che quella mattina dell’otto agosto la Ziliani sia davvero uscita all’alba per una escursione. Ulteriori test, quello sul Dna e, ancora più incisivo quello delle analisi tossicologiche, diranno se la 55enne è stata avvelenata o narcotizzata.
Laura conosceva bene quelle montagne
Chi la conosceva bene afferma che“Laura conosceva bene queste montagne così come i pericoli. Non sarebbe mai andata via di casa senza telefono e senza accendere il gps”. La donna era diventata ancora più prudente dopo il 2012, anno in cui perse il marito travolto da una slavina. Il sindaco Giuseppe Pasina non ha mai creduto all’incidente, affermando più volte che “è stata uccisa e sepolta”. Altro giallo riguarda gli indumenti. Chi esce di casa per un’escursione in montagna certo non si mette solo la biancheria intima, eppure è stata ritrovata così con una sola scarpa. Come scritto dai carabinieri in una relazione agli atti: “È verosimile ritenere che la donna alle 7.05 dell'8 maggio possa essere scesa in cantina per prendere una giacca per uscire e per verificare la presenza di attrezzature utili alla gita già programmata per il giorno successivo con le figlie”.
Si attendono ora gli esiti degli esami tossicologici. Tre gli indagati fino a questo momento: la figlia più grande Paola, Silvia la minore e Mirto, fidanzato della maggiore.
Forse il movente dell’omicidio potrebbe essere quella idea di trasformare la casa di famiglia in un B&B, alla quale la madre Laura si era opposta fin dal primo momento. Oltre all’eredità costituita da decine di appartamenti tra Temù, Malonno, Edolo e Brescia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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