Sim intestate a defunti: sequestrate 12mila schede

Ben 35mila utenze telefoniche attivate a defunti o stranieri senza fissa dimora

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Ben 35mila utenze telefoniche attivate a defunti o stranieri senza fissa dimora. Tutti questi, paradossalmente, ospiti di uno stesso centro religioso. Le sim, di una sola compagnia telefonica, venivano utilizzate per non essere rintracciati durante rapine, scambio e vendita di droga. Dodici persone sono state denunciate dagli uomini della Guardia di Finanza di Fiumicino dopo due anni di indagini serratissime e, soprattutto, complicate dalla resistenza nel fornire dati sensibili da parte della compagnia di telefonia mobile. Comportamento totalmente opposto, invece, da parte della società privata, quando si è trattato di utilizzare dati di vecchi clienti ai quali intestare, senza che questi lo sapessero, altri numeri telefonici. Gli stessi utilizzati poi dai criminali per criptare le loro conversazioni. Inizia tutto con una rapina all’apparenza come tante altre. È il 2015 quando tre banditi entrano, armi in pugno, in una gioielleria del centro commerciale Cinecittà Due, zona Anagnina, Roma. I malviventi, tutti caratterizzati da un “elevato spessore criminale”, rivendono la refurtiva e con il denaro ottenuto finanziano un primo carico di droga, hashish e cocaina. L’attività dei narcotrafficanti procede senza intoppi, grazie soprattutto a comunicazioni a prova di intercettazione. Fino a quando i finanzieri arrivano ai vari punti vendita delle sim tutti riconducibili a un solo “master dealer” che, tra l’altro, era riuscito a ottenere 400mila euro di bonus per la vendita vertiginosa di contratti telefonici. Delle 12mila schede attivate illecitamente, tremila appartenevano a ignari cittadini stranieri tutti residenti allo stesso indirizzo, sede di una nota comunità religiosa, estranea ai fatti, dedita all’assistenza di barboni e persone disagiate. Altre schede sequestrate, invece, erano intestate a persone decedute da tempo o, addirittura, inesistenti. “Un grandissimo numero di queste schede - spiegano al comando provinciale Roma della Guardia di Finanza - è stato attivato utilizzando indebitamente i dati personali di cittadini inconsapevoli, clienti del dealer. Il tutto, ovviamente, in spregio delle attuali disposizioni previste in materia di privacy e protezione dei dati personali”. Secondo gli inquirenti: “La società coinvolta, oltre a fornire ai malviventi numeri telefonici sempre diversi e quindi, seppur intercettabili, difficilmente riconducibili ai reali utilizzatori, si è servita delle schede illegalmente inserite per ottenere i 400mila euro di bonus da uno dei principali operatori telefonici, previsti al raggiungimento di determinate soglie di attivazioni di schede sim”. I dodici responsabili sono stati denunciati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, all’accesso abusivo a sistemi informatici e al trattamento illecito dei dati personali.

Sequestrati rapporti finanziari, titoli e autovetture della società capofila per un valore di 400mila euro e, in collaborazione con il Nucleo Speciale Privacy delle Fiamme Gialle, elevate sanzioni amministrative in materia di privacy per 6milioni di euro. Le indagini proseguono per rintracciare i rapinatori.

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