La sinistra ha le mani sporche

È ufficialmente cominciata l'opera della sinistra, anzi del Pd, per confondere le tracce e cercare di accreditarsi come il partito dei "puri".

La sinistra ha le mani sporche

È ufficialmente cominciata l'opera della sinistra, anzi del Pd, per confondere le tracce e cercare di accreditarsi come il partito dei «puri», di fronte alla sequela di scandali, di cui è assai più pesante il coté etico-politico che non quello giudiziario. Del resto ogni giorno uno se ne aggiunge. Sembra che la coppia Kaili-Giorgi si stesse comprando un pezzo di isola greca per costruirsi una megavilla. Da neoliberisti siamo felici, approviamo il diritto al lusso, ma non a spese nostre o dei poveri cristi del Qatar e del Marocco. E, a proposito di poveri, ecco sempre ieri l'accusa alla suocera di Soumahoro di essersi assegnata uno stipendio di quattromila euro al mese, quello di un professore ordinario a fine carriera, questa volta proprio con soldi nostri, cioè dei contribuenti.

Scatta allora la controffensiva, che al solito passa attraverso i «compagni di strada» giornalisti, il cui obiettivo è lanciare sabbia nel ventilatore. Così Lucia Annunziata, sulla Stampa, con un'ardita intemerata contro la terza via di Bill Clinton e di Tony Blair, colpevole di aver moralmente corrotto la sinistra negli anni Novanta - peccato che il principale fautore (a parole) della «terza via» fosse proprio Massimo d'Alema. E da Blair ai blairiani è un attimo: e chi cita ancora oggi l'ex premier inglese? Renzi, che i giornali della sinistra accostano a Panzeri e a Giorgi, quando invece è palesemente opposto il caso: l'ex premier fa tutto alla luce del sole, piddini ed esponenti di Articolo 1 coinvolti, alla luce dei trolley pieni di verdoni.

Ma poi c'è Letta che, nella manifestazione clandestina (per mancanza di gente) contro il governo, tuona che «non ci lasceremo gettare fango addosso». Insomma, la narrazione, anzi lo story telling, per dirla con gli odiati renziani, quelli che a sentir loro avrebbero moralmente corrotto la ditta, è la seguente: la storia del sacro partito resta intonsa, Soumahoro è questione di Fratoianni, Panzeri di Articolo 1 (come se non fosse stato eurodeputato Pd), Kaili sarebbe in realtà di centro-destra, come ha comicamente asserito il capo delegazione Pd a Bruxelles, Benifei, ignaro delle mazzette che giravano. E se proprio v'è responsabilità, è quella dei riformisti che hanno infettato la purezza etica della sinistra.

Per cui: occorre tornare a Berlinguer. Cioè al Berlinguer il cui partito era finanziato dall'Urss e che, nella famigerata intervista sulla «questione morale», teorizzò la superiorità etica dei comunisti.

Con annessa via giudiziaria al socialismo. Una cultura politica che ha arrecato danni enormi al nostro Paese e che, come si vede, non ha preservato la purezza della «razza» di sinistra: anzi ha contribuito a infliggerle l'estrema unzione.

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