La quattro giorni di Bari, in cui a febbraio gli episcopati del Mediterraneo si interrogheranno sullo stato di salute dei luoghi in cui sono incaricati e sul complesso sistema di gestione dei fenomeni migratori che interessa quella zona di mondo, declinata in un Sinodo tematico che si occupi solo di migranti: all'arcivescovo di Rabat non sembra tanto interessare la valenza geopolitica del Mare nostrum - che invece la Cei vorrebbe approfondire - , quanto la questione migratoria in sé e per sè.
E l'alto ecclesiastico che ha preso posizione qualche ora fa, proponendo appunto l'istituzione di un Sinodo circoscritto, non è un consacrato qualunque, ma corrisponde al nome di Lopez Romero, un cardinale della Chiesa cattolica. Papa Francesco ha annunciato la sua partecipazione: Jorge Mario Bergoglio pronuncerà le conclusioni e celebrerà la messa finale. L'assunto secondo cui i vescovi in Puglia avrebbero per lo più parlato di migranti era già noto ai più. La trasformazione della quattro giorni in un vero e proprio "appuntamento sinodale", però, costituisce una proposta nuova che, a meno di colpi di scena finali, non dovrebbe essere concretizzarsi. Il Papa potrebbe anche decidere di ascoltare Romero, ma il tempo scorre. E i processi organizzativi di un Sinodo sono complessi da portare avanti.
Il cardinal Gualtiero Bassetti e la Cei hanno voluto con forza l'organizzazione della manifestazione. I vescovi italiani ci lavorano da almeno due anni. Quando Bassetti ha annunciato l'evento il premier italiano era Paolo Gentiloni. Il cardinal Lopez Romero, comunque la si veda, non ha troppi dubbi sui focus da porre nel corso dei vari incontri: "La mia speranza - ha dichiarato l'arcivescovo di Rabat, come riportato dall'Adnkronos e dalla Sir - è che l'incontro di riflessione e spiritualità tra i vescovi cattolici dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che provengono da ben tre diversi continenti, che si terrà a Bari dal 19 al 23 febbraio, diventi un Sinodo sulle migrazioni per poter avviare visioni e collaborazioni condivise".
L'ultimo Sinodo della Chiesa cattolica è intervenuto sui problemi pastorali delle popolazioni amazzoniche. Si è discusso - com'è noto - anche di celibato, diaconato e di possibili svolte dottrinali. Si attende di capire su cosa potrebbe vertere il prossimo. E l'ipotesi di un "Sinodo sui migranti" è già stata sbandierata in queste ultime settimane da ambienti progressisti, ma gli elementi affinché l'appuntamento sinodale possa svolgersi a Bari tra poche settimane, nel momento in cui scriviamo, non sussistono. Troppo tardi, insomma, per una virata così decisa. Ma mai dire mai.
Il cardinale ha usato pure argomentazioni derivanti dalle Sacre Scritture: "L'Europa - ha continuato l'arcivescovo di Rabat - ha bisogno di leggere il fenomeno delle migrazioni alla luce del Vangelo e di capire che in realtà in tanti altri luoghi come in America, Asia e Africa, gli spostamenti, i flussi di persone, sono molto più consistenti".Vedremo nelle prossime ore se e come il Vaticano deciderà di prendere in considerazione la proposta. Papa Francesco, comunque vada, tornerà nel barese, dov'era già stato a novembre del 2018.
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