Raffaele Sollecito cambia strategia. Mercoledì prossimo, attorniato dagli avvocati Luca Maori e Giulia Bongiorno, terrà una conferenza stampa sul ricorso in cassazione. Non ci sta a soccombere alla condanna emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze che lo ha ritenuto nuovamente colpevole dell’omicidio di Meredith Kercher (come già avvenuto in primo grado a Perugia) insieme all’ex fidanzata Amanda Knox. E proprio nel ricorso ci sono tutti gli indizi per poter delineare quella che sembrerebbe essere la nuova linea della difesa Sollecito: oltre alle voci che sostengono come "Raffaele è sicuro solo che quella notte era a casa da solo" e "Raffaele pensa solo a se stesso", il corposo ricorso punterebbe a differenziare le posizioni dei due ragazzi.
"Fra i numerosi vizi che il procedimento impugnato presenta - scrivono i legali - balza agli occhi quello legato alla ritenuta impossibilità di differenziare le posizioni degli imputati". La Corte di Firenze ha, infatti, affermato che "non vi è spazio alcuno per una qualsivoglia differenziazione delle responsabilità penali che, altrimenti si fonderebbe su petizioni di principio indimostrate". I legali, però, non sono d’accordo e sostengono che "come documentato da ogni pagina del processo ed evidenziato dalla difesa, la possibilità che Raffaele Sollecito avesse assunto una posizione diversa rispetto a quella degli altri due correi risultava da una serie di elementi pregni di significato, il primo dei quali era rappresentato dal contenuto del memoriale, nel quale Amanda Knox aveva parlato al singolare a proposito degli accadimenti di via della Pergola". E gli avvocati ne mettono in fila dieci: il primo è relativo alla circostanza che Amanda riferì di aver ricevuto un messaggio da Lumumba che le diceva di non andare a lavorare, ma lei uscì ugualmente. "Amanda - scrivono i legali - ha dunque ammesso di aver mentito al suo fidanzato". "Sollecito - si legge ancora - non ha mai calunniato chicchessia: l’accusa a Patrick non è mai stata confermata anche da lui".
Nel memoriale la stessa Amanda ha posto solo se stessa sul luogo del delitto al momento dell’urlo. "Sul coltello e sulla lama è stato trovato solo Dna di Amanda - spiegano i legali - non sono state repertare ed esaltate al luminol tracce miste all’interno della casa". Quintavalle ha, infatti, affermato di aver visto Amanda il mattino del 2 novembre. Non ha mai menzionato la presenza di Sollecito in quei frangenti. "Raffaele non conosceva Rudy Guede e non aveva alcuna ragione per volere la morte di Meredith Kercher - si legge nel ricorso - la supposta assenza di simpatia reciproca e la questione dei soldi spariti riguardava solo i rapporti tra la vittima e Amanda Knox". E ancora: "Oltre a tali elementi indubbiamente significativi la Corte ha illogicamente escluso la possibilità di una contaminazione del gancetto del reggiseno con trasferimento casuale del dna di Sollecito a seguito delle perquisizioni".
In questo modo la Knox verrebbe lasciata per la prima volta sola a sostenere il proprio alibi. La clamorosa svolta spiegherebbe così la linea della difesa di Sollecito che nel ricorso in Cassazione, la cui pronuncia è prevista per il prossimo autunno, chiederà "l'assoluzione o, in subordine, la derubricazione del reato da concorso in omicidio al solo favoreggiamento".
"Sollecito aveva sempre sostenuto Amanda in virtù del forte sentimento che li aveva legati prima del delitto e che per lui non si sarebbe mai interrotto - spiegano fonti sentite da Gente - a spezzare l'incantesimo, cioè questa sudditanza psicologica nei confronti della bella ragazza di Seattle, ha contribuito anche Greta Menegaldo, la nuova fidanzata di Raffaele".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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