"Profughi in hotel e gente di qui costretta a vivere nelle tende. Ma dove vanno a finire i nostri soldi? Quelli che versiamo nelle casse dello Stato?" è l'interrogativo che si pone Alessandra, titolare di un bar colpito, ancora una volta, da una banda di malviventi.
La rapina e la rabbia
L'ennesimo attacco al bar “Arcobaleno” di viale Palmanova, a Udine. Il titolare del locale è stanca, da 14 anni lo gestisce e dà lavoro a 4-5 dipendenti. "Mi hanno sfondato una vetrata con l’ascia per tentare di andare a prendere la macchinetta cambiasoldi. Ma non ci sono riusciti perché era ancorata e non c’era altro da portare via. Mi hanno fatto danno, sì, e non è la prima volta. Sono sempre quelli, la banda delle slot machine. Questa volta però, non capisco perché, non è suonato l’allarme. Non ne posso più", così racconta il furto subito a Il Gazzettino.
I veri colpevoli sono i banditi che continuano a mettere a segno colpi dopo colpi. Ma secondo la titolare è anche colpa dello Stato: "Pago soldi e soldi ogni anno di tasse, i miei dipendenti sono in regola. Rispetto la legge, sono una persona onesta come lo sono i friulani, che hanno il senso della responsabilità, il senso civico; siamo stati cresciuti dai nostri genitori con una precisa educazione. A essere onesti, corretti, a rispettare gli altri. E lo saremo fino a che vivremo. Ma ormai, negli ultimi anni, è uno sfacelo. E non serve più neanche andare a denunciare fatti del genere. Chi denunci?
Uno sfogo che non si ferma, e prosegue colmo di rabbia: "E poi nessuno può fare niente. I carabinieri non possono far più di tanto neanche loro. Ma lo Stato può, eccome: se ci fosse la volontà, come in altri Paesi, queste cose non accadrebbero. E parlo in generale. Profughi in hotel e gente di qui costretta a vivere nelle tende, sul Cormor. Ma dove vanno a finire i nostri soldi? Quelli che versiamo nelle casse dello Stato? Ci spremono come limoni e in cambio non abbiamo nessun tipo di tutela. Sarà cosa succederà? Che chiuderemo tutti. Perché non è possibile andare avanti così".
No, non è possibile. Anche perché il furto ha provocato solo danni materiali. Ma come specifica il gestore del locale: "Qui sono entrati con l’ascia.
E se c’era qualcuno dentro cosa facevano? Gli tagliavano la testa? Non ci sentiamo sicuri. Ci è capitato di assistere a lanci di bottiglie contro le automobili da parte dei profughi. Quando tutti noi avremo chiuso, esausti, le nostre attività, voglio vedere dove andranno a cercare i soldi, lo Stato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.