Molti aspettano i risultati dei dati di Vo’, l'unico cluster chiuso di infezione in cui siano state fatte tre rilevazioni su tutti gli abitanti. Dopo il primo tampone di massa, che ha rivelato la presenza di sintomatici, e dopo il secondo turno, che ha confermato la bontà dell’isolamento sociale, ora l'attenzione si concentra sul terzo giro di test cui si sono sottoposti i cittadini del piccolo paesino sui Colli Euganei centro del primo focolaio veneto. In attesa delle pubblicazioni scientifiche, i risultati sono stati anticipati stamattina da Andrea Crisanti, dai più considerato l’ideatore del “Metodo Veneto”: non c'è nessun nuovo positivo, ma soprattutto sono emerse “sorprese molto interessanti”. E cioè la presenza di residenti che “stavano bene” tre mesi fa, tutti negativi, ma che ora hanno gli anticorpi. Perché?
Sarà questa la domanda cui cercheranno di rispondere gli esperti del dipartimento di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova, guidato dallo stesso Crisanti. Nel terzo turno di campionamento, i cittadini di Vo’ si sono sottoposti non solo al classico tampone oro-faringeo, ma anche a quello sierologico e ad un prelievo del dna. Lo studio, chiamato “Progetto Vo”, è ambizioso e punta, aveva spiegato Crisanti, a “capire cosa succede nel contagio da una persona all'altra dissequenziando il genoma di ogni singolo abitante di Vo' e ricostruendo la catena" dell'infezione. Una vera e propria “mappatura genetica”, che potrebbe fornire indicazioni importanti su come combattere e frenare il virus.
Le prime informazioni, per quanto anticipato dal virologo in collegamento ad Agorà su Rai3, sono sorprendenti. "Abbiamo di nuovo fatto il tampone a tutta la popolazione di Vò Euganeo, poi abbiamo fatto il test sierologico e stiamo completando l'analisi genetica di tutta la popolazione, ha detto. Se per quanto riguarda il tampone "non ci sono nuovi casi positivi", il test sierologico invece "ha rivelato sorprese interessanti": "Abbiamo visto che c'è un numero importante di persone che al primo campionamento, del 24-25 febbraio, era negativo al tampone e stava bene", ma ora "queste persone hanno anticorpi". Uno spunto forse inatteso, su cui sono necessari ulteriori studi. "È emerso - ha spiegato Crisanti - che circa il 5 per cento della popolazione di Vò Euganeo ha anticorpi contro il virus. Questo ci permette di datare l'entrata del virus a Vò Euganeo nella prima-seconda settimana di gennaio.
Questo virus per ragioni che ancora non conosciamo si diffonde senza creare la malattia finché raggiunge una massa critica di persone che si infettano e a quel punto esplode con tutta la sua violenza, quindi questi casi che ci sono in Italia non vanno sottovalutati".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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