Strada attacca ancora Salvini: "È il paladino dell'ignoranza"

Il fondatore di Emergency, Gino Strada, torna a parlare di Salvino e delle sue politiche: "C'è una forma di razifascismo che è molto preoccupante. Ricorda drammaticamente esperienze del passato"

Strada attacca ancora Salvini: "È il paladino dell'ignoranza"

Gino Strada torna ad attaccare Matteo Salvini. Lo aveva fatto a margine della vicenda Aquarius, sostenendo che non avrebbe mai immaginato di vedere un ministro "sbirro" e di essere pronto a lasciare l'Italia. E ora si ripete a seguito dell'affaire rom, con il censimento richiesto dal leghista e le reazioni - sdegnate - della sinistra tutta.

"A Salvini farebbe bene una visita in alcune strutture di Emergency - ha detto Gino Strada a Circo Massimo su Radio Capital - Lo inviterei, non avrei nessuna obiezione. E gli farebbe molto bene passare un mese in alcuni campi dove, come dice lui, c'è la pacchia".

Il fondatore di Emrgency non digerisce proprio le politiche del ministro del Carroccio. Anzi, li definisce "atteggiamenti e frasi" che "fanno male di per sé, al di là se siano propaganda o meno". Il motivo? "Incitano alla violenza, all'egoismo, al disprezzo per gli altri - sostiene Strada - C'è una forma di razifascismo che è molto preoccupante. Ricorda drammaticamente esperienze del passato".

Non è la prima volta che gli avversari politici (o nemici?) accusano Salvini di "essere come Hitler" o Mussolini. Lo ha fatto anche Luigi De Magistris prima che Strada coniasse la nuova parola "razzifascista". "Quello che mi colpisce - ha detto il fondatore di Emercency - è la debolezza della risposta della società civile, che è obiettivamente un passo indietro di decenni". L'antidoto? La cultura. "Si è abbandonata per diversi decenni - dice Strada - ed è uno dei motivi per cui ci troviamo in questa situazione", dice Strada, "se un paese non investe in cultura poi si ritrova l'ignoranza. E di questa ignoranza Salvini è un paladino".

Insomma: se gli italiani votano Salvini e desiderano meno immigrazione o più controlli nei campi rom, sono "indietro di decenni". E sula proposta di censimento ai rom attacca: "È una logica di prepotenza, di violenza razzista - continua Strada - È una delle caratteristiche dei gruppi fascisti che sono nati in Europa negli ultimi decenni.

Mai avrei pensato di veder succedere cose del genere in Italia". E ancora: "C'è la paura del diverso, che è una cosa giustificabile per certi aspetti ma che non può sfociare nell'annientamento del diverso. È un cosa preoccupante".

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