Gli strani affari della Cpl a Roma: appalto segreto per l'Auditorium

La cooperativa gestisce da dieci anni il Parco della musica di Roma. La commessa è arrivata con Veltroni sindaco

Gli strani affari della Cpl a Roma: appalto segreto per l'Auditorium

Per la Cpl Concordia sembra proprio che a Roma la musica degli appalti sia infinita. Di rinnovo in rinnovo, stavolta, a incuriosire sono le «note» di una commessa che la cooperativa rossa si porta in dote dalla bellezza di 10 anni. E quel che probabilmente incuriosisce ancora di più è che i dettagli del relativo contratto di fatto sono segreti. Alla faccia della trasparenza da più parti invocata. Diciamo subito che al centro della scena c'è l'Auditorium Parco della Musica, quello progettato all'epoca dall'archistar Renzo Piano. Ebbene, la struttura e tutte le sue attività sono gestite dalla Fondazione Musica per Roma, che ha come soci fondatori Comune, Provincia e Camera di commercio di Roma, più la Regione Lazio.

Che rapporto c'è tra l'Auditorium capitolino e la cooperativa travolta dall'inchiesta napoletana su una presunta tangentopoli a Ischia? A sbirciare nell'ultimo bilancio di sostenibilità della Cpl Concordia, quello relativo al 2013, si apprende che la coop rossa offre dal 2005 alla Fondazione Musica per Roma il cosiddetto «multiservizio». Dal sito della cooperativa modenese si apprende che le attività prestate consistono nella «conduzione e manutenzione preventiva degli impianti tecnologici, degli ascensori, del verde» e nella «manutenzione conservativa delle opere civili». Non c'è che dire, parliamo di un ampio spettro di attività il cui appalto avrà un costo non indifferente a carico della Fondazione (che ha persino vinto un premio per il carattere innovativo della commessa). A stare all'ultimo bilancio questo bendidio di attività viene svolto dalla Cpl a partire dal 2005, quando sindaco di Roma era Walter Veltroni, successivamente fondatore e primo segretario del Partito democratico. In più, allora come ora, amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma è Carlo Fuortes, manager culturale dal curriculum a dir poco denso e molto vicino a quel centrosinistra che all'epoca era incarnato nella capitale dallo stesso Veltroni e dal suo ex braccio destro, Goffredo Bettini. Quando si ha fortuna le intese sentimentali sono per sempre. E in questo caso sembra che tra le parti la fortuna non sia mancata. Cpl gestisce l'appalto per l'Auditorium ininterrottamente da 10 anni, grazie a rinnovi evidentemente scattati anche durante l'amministrazione guidata da Gianni Alemanno. Mentre Fuortes è in sella alla Fondazione addirittura dal 2003, anche se il suo tempo sulla tolda di comando pare stia per scadere (visto che nel frattempo è stato confermato sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma). Insomma, una gestione di potere romano sul cui palcoscenico finora ci sono stati i soliti interpreti.

Ma quanto vale, economicamente parlando, questo interminabile appalto sempre assegnato alla Cpl? Naturalmente il Giornale ha posto questa e altre domande alle due parti in causa. La Fondazione ha fatto sapere «di non avere intenzione di rilasciare informazioni sul punto». La cooperativa modenese, che vanta un fatturato da 460 milioni e un portafoglio commesse che tra pubblico e privato vale una montagna di soldi da 900 milioni, ha rimandato alle scarne indicazioni contenute nel bilancio, spiegando che più di questo non è in grado di dire. E così la tanto sbandierata trasparenza, a più riprese invocata dal sindaco Pd di Roma, Ignazio Marino, e dal presidente della Legacoop, Mauro Lusetti, va definitivamente a farsi benedire. Mentre la musica sull'appalto segreto continua a suonare senza soluzione di continuità.

Fortuna che il bilancio della Cpl, nel descrivere il rapporto tra la coop e la Capitale, almeno spieghi quanto vale un appalto quinquennale che la coop si è vista rinnovare per servizi all'Ater (l'azienda capitolina della case popolari): si tratta di 80 milioni di euro.

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