La strategia di Parisi per "sminare" il post referendum

C' è una ragione precisa se Stefano Parisi ha deciso di rilanciare proprio in questi giorni l'idea di un'Assemblea costituente per le riforme

La strategia di Parisi per "sminare" il post referendum

C' è una ragione precisa se Stefano Parisi ha deciso di rilanciare proprio in questi giorni l'idea di un'Assemblea costituente per le riforme. Una proposta non nuova, ma che ritorna in campo all'indomani del via libera della Cassazione al referendum costituzionale sul ddl Boschi. E che - spiegano i ben informati - ha due obiettivi.

Il primo è giocare d'anticipo su Matteo Renzi, visto che i segnali delle ultime settimane sono univoci nel dire che in caso di vittoria del «No» il premier non è più così convinto che la via maestra sia quella delle dimissioni. Lo ha lasciato intendere lui stesso, arrivando ad ammettere di aver «sbagliato» a personalizzare il referendum. Un discreto cambio di rotta rispetto a gennaio, quando disse senza esitazione che in caso di sconfitta era addirittura pronto a «lasciare la politica». Senza contare che in caso di crisi anche il Quirinale pare sia pronto a muoversi privilegiando la stabilità e con le elezioni anticipate come ultima ratio. Spingono in questa direzione Sergio Mattarella sia la precarietà dello scenario internazionale (politico ed economico) che quello interno (con la legge di Stabilità da approvare in via definitiva). Anche vincesse il «No», dunque, una delle ipotesi più plausibili è quella di un Renzi che torna a chiedere una nuova fiducia alle Camere, dove - e non è un dettaglio - il Pd continua ad avere una maggioranza schiacciante. È in questo quadro che ha un senso il tentativo di Parisi di creare un percorso alternativo rispetto a chi nel centrodestra vorrebbe usare il voto di novembre come una clava. Perché il rischio è quello di ottenere sì una sconfitta di Renzi sul referendum, ma poi di vanificarla subito non riuscendo a portare a casa né le sue dimissioni né tanto meno le elezioni anticipate. Mettere invece sul tavolo l'idea di una Assemblea costituente che abbia come obiettivo quello di mettere mano alle riforme nel caso venga bocciato il ddl Boschi è un modo per creare subito un nuovo terreno su cui sfidare il premier.

Il secondo obiettivo che si ripropone Parisi - che anche in questi giorni di vacanza è rimasto in costante contatto con Silvio Berlusconi - è quello di superare la propaganda di Palazzo Chigi e del Pd, secondo cui o si vota «Sì» oppure si aprono le porte al caos. Lo ha spiegato chiaramente ieri, in una lettera a Repubblica. «Chi è per il No e ha uno spirito riformatore - scrive - deve indicare una prospettiva e determinare un campo di ragionevolezza e responsabilità per il dopo referendum».

Insomma, se si vuole sperare di far convergere sul «No» anche gli elettori di centrodestra più moderati è necessario prospettargli un'alternativa concreta. E non uno scenario da «ultima spiaggia» che non fa altro che tirare la volata alle ragioni del «Sì».

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