Ha le chele blu come l'immensità dell'oceano. Quello Atlantico dove è di casa, dalla Nuova Scozia, in Canada, all'Argentina, in Sud America. O almeno fino ad ora, perché adesso il suo habitat è anche italiano, nel Salento.
Con il suo corpo più largo che lungo è arrivato fino alle coste pugliesi e greche emigrando dall'Atlantico allo Ionio. Un viaggio lungo mezzo mondo negli abissi più scuri per il piccolo, ma tenace crostaceo. Il reale. Una prelibatezza culinaria per i palati americani, ma un vero e proprio pericolo per la biodiversità locale, come ha sottolineato su “restoalsud.it” Giovanni D'Agata, il presidente dello “sportello dei diritti” di Lecce.
Ma come è arrivato il granchio nelle acque italiane? A portarlo sono state, senza volerlo, le navi mercantili e petroliere e ad agevolare questa migrazione potrebbero esserci anche le variazioni climatiche e della temperatura dei mari registrate negli ultimi anni. A lanciare l'allarme i pescatori locali. Perché? Perché si tratta di un animale onnivoro e piuttosto aggressivo. Infatti si nutre di tutto ciò che riesce a catturare, arrecando danni anche alle attrezzature da pesca. Il problema è stato affrontato con un protocollo sottoscritto dalla Grecia, in particolare dalla Regione delle Isole Ionie e dall'Università del Salento. Ad occuparsene c'è un gruppo di ricercatori e studenti diretto dal prof. Maurizio Pinna, biologo ed ecologista.
La presenza "reale" è stata rilevata anche nelle in aree protette nella vicina Grecia.
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