Il solito 25 aprile divisivo. La solita retorica. I soliti redisuati ideologici trasformati in slogan. Stavolta però con un'aggravante: nelle piazze gremite per la festa della Liberazione, l'attualità è diventata il pretesto per alimentare contrasti e divisioni tutte interne alla sinistra. Così, è accaduto che gruppi di autoproclamati duri e puri dell'antisfascismo si scagliassero contro altri manifestanti, rei di rappresentare una visione troppo atlantista dell'odierna ricorrenza. È avvenuto a Milano, ma pure a Reggio Emilia, dove - secondo quanto si apprende - persino una bambina di otto anni è finita nel mirino di presunti antifasciti per aver esibito una bandiera degli Stati Uniti.
Il vessillo a stelle e strisce, affiancato a quello tricolore, ha mandato su tutte le furie gli integralisti della Resistenza ed è scattata la baruffa. Insulti, cori di contestazione, offese. Alla faccia dell'auspicata "unità nazionale" sul 25 aprile. A denunciare l'accaduto sono state le delegazioni di +Europa e Italia Viva, che a Reggio Emilia hanno dovuto fare i conti con l'intransigenza della sinistra più oltranzista e anti-occidentale. "Una delegazione è stata prima pesantemente insultata da altri partecipanti, poi invitata dalle forze dell'ordine ad allontanarsi. Il tutto in un tripudio di cori contro la Nato", hanno riferito i due partiti in una nota, nella quale si legge ancora: "La 'colpa' era quella di portare bandiere europee, dell'Ucraina e dei paesi alleati che hanno liberato l'Italia dal nazifascismo. Evidentemente a Reggio Emilia esistono diktat interpretati nella maniera più ampia".
Poi, il dettaglio dell'incommentabile aggressione verbale a una ragazzina. "Oggetto di insulti anche una bambina di otto anni rea di sventolare oltre alla bandiera italiana quella Usa", hanno segnalato i due partiti, parlando di "situazione veramente incresciosa e imbarazzante nei confronti dei valori della Resistenza". Da qui, la considerazione polemica di natura strettamente politica: "Dispiace anche constatare che le istituzioni locali, contrariamente a quelle nazionali e di altre città, continuano ad appaltare solo all'Anpi, unica associazione ex partigiana ammessa ad intervenire sul palco, la memoria della Resistenza e della liberazione". Parole che ancora una volta testimoniano le contraddizioni della ricorrenza odierna, alimentate paradossalmente proprio da chi si considera l'unico depositario di valori che invece dovrebbero essere trasversali.
"A Reggio Emilia, un gruppo di presunti antifascisti ha attaccato una delegazione di Italia Viva e Più Europa, nella quale c'era una bambina di otto anni con in mano una bandiera americana. Penso che sia una vergogna che, nel giorno del 25 aprile, nella città capitale del tricolore e custode di valori di libertà, possa accadere questo. Sono certo che tutta la comunità civile emiliana prenderà le distanze dalla violenza verbale di questi aggressori così insulsi e pericolosi", ha commentato in un comunicato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Parole condivise anche dalla capogruppo dei renziani alla Camera, Maria Elena Boschi.
E Marco Di Maio, vicecapogruppo di Iv alla Camera, ha annunciato la volontà di chiedere chiarimenti al Viminale sull'accaduto.
"Qualcuno, guarda caso parte di quella ristretta minoranza che si autoproclama sempre più democratica degli altri, conferma ancora una volta di non aver capito nulla del 25 aprile", ha aggiunto il deputato. Il solito 25 aprile, appunto.
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