Una svolta al Palazzo di giustizia di Taranto sulla questione Ilva, con l’arrivo da Trani del nuovo procuratore a Taranto, Carlo Maria Capristo, in sostituzione di Franco Sebastio che nel luglio del 2012 fece sequestrare lo stabilimento siderurgico.
Durante la cerimonia di insediamento, Capristo ha fatto subito riferimento allo stabilimento Ilva e al processo per disastro ambientale che inizierà il 17 maggio, mettendo in chiaro che “Ambiente svenduto” non sarà un processo-spettacolo: “Sono contrario alla spettacolarizzazione del processo Ilva come di altri processi. Non mi piacciono i giudizi mediatici fatti al di fuori delle aule di giustizia. Mi piace, invece, avere un dialogo con la stampa corretto – ha sottolineato Capristo - nell’ambito di quello che è il doveroso diritto di cronaca ma sempre nel rispetto dell’etica e delle parti, ciascuno per la parte di propria competenza. Conto di approfondire molto gli atti delle indagini che sono ancora pendenti e del prossimo processo Ilva. Quindi, questa procura lavorerà a 360 gradi occupandosi anche di altre situazioni che meritano attenzione e particolare approfondimento”.
“La presenza del polo industriale - ha dichiarato ancora il nuovo procuratore - ha portato inizialmente un’idea di benessere che oggi, anche alla luce di una rilettura delle sue controverse implicazioni ambientali e sanitarie, richiede interventi e decisioni non facili ma necessarie da parte delle competenti istituzioni. Vi è la necessità di contemperare la produzione industriale con le esigenze di tutela del posto di lavoro, determinante per la sopravvivenza di migliaia di famiglie che non arrivano a fine mese, e la salvaguardia dell’ambiente e della salute.” Un pensiero del procuratore Capristo è andato anche alle “madri-coraggio” che ogni giorno sono preoccupate per la sorte dei loro figli in una città nella quale il ricatto occupazionale resta in piedi. Oggi Capristo si ritrova davanti una realtà, quella tarantina, assai difficile, un caso nazionale in cui si richiede “un’attenta disamina ed una ancor più attenta riflessione sui tanti risvolti socio-politico- ambientali che ne sono derivati”.
Infine, il procuratore è stato chiaro sul rispetto dei ruoli: “Superare le tensioni tra politica e giustizia che ancora affliggono il nostro tempo. Non ci devono essere invasioni di campo”.
Ricordando il caso Ilva e lo scontro tra lo Stato e la magistratura finito davanti alla Corte Costituzionale si può parlare ancor più di una svolta. In linea col “credo” di quella parte della magistratura che in questi giorni non sposa la “linea-Davigo” e l’idea di un confronto, anche duro, con la politica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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