Arrestato dalla guardia di finanza, ieri sera, proprio mentre intascava una tangente di 2mila 500 euro, Giovanni Di Guardo, capitano di vascello, direttore di Maricommi (il commissariato della Marina Militare) a Taranto.
Con lui c'era chi pagava la "mazzetta", l'imprenditore Vincenzo Pastore, sindaco di Roccaforzata (un Comune in provincia di Taranto) e presidente della società cooperativa 'Teoma' che fornisce servizi di pulizia. Anche per lui sono scattate le manette. I due erano in un appartamento di proprietà di Pastore quando sono arrivate le fiamme gialli cogliendoli in flagranza di reato.
L'arresto rientra nell'inchiesta sulle presunte tangenti pagate da alcuni imprenditori per ottenere appalti e forniture. Come si legge sul sito della "Gazzetta del Mezzogiorno", la somma, a quanto si è appreso, sarebbe stata l’acconto di una tangente per l’aggiudicazione di un appalto da 11 milioni di euro riguardante il servizio di pulizie, non ancora assegnato.
Di Guardo è stato, in via precauzionale, sospeso dal servizio, come sottolineato dalla stessa Marina Militare in un comunicato.
Nella lotta alla corruzione, la Marina Militare si schiera al fianco della magistratura sulla strada della giustizia. Aggiunge, infatti, la nota che “ha incrementato al proprio interno le attività ispettive e di controllo finalizzate a garantire la massima trasparenza e salvaguardia di chi quotidianamente compie il suo dovere con onestà".
E dire che Di Guardo era giunto a Taranto col compito di far dimenticare un'altra vicenda di corruzione e arresti che aveva coinvolto, poco tempo fa, ancora il Commissariato della Marina.Le indagini intanto proseguono.
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