Nessuno, praticamente, li usa più. Oggetti inutili da quando tutti - o quasi - posseggono un telefono cellulare dove salvare i numeri telefonici di amici e parenti. Eppure, come riporta il Corriere.it, 21 milioni di italiani continuano a ricevere a casa gli elenchi telefonici.
Non gratuitamente, ovvio. Perché ogni utente deve sborsare dei soldi per vedersi recapitare questo oggetto d'arredamento. Il servizio può arrivare a costare anche 2,50 euro, che moltiplicati per 21 milioni significano un giro di 50 milioni di euro.
Telecom, ad esempio, che ogni anno ne consegna circa 11 milioni, dal 1 ottobre ha deciso di aumentare la tariffa da 1,17 euro a 2,50 euro l'anno: un rincaro che supera il 100%.
Il servizio prama del 2012 rientrava tra i servizi universali di "pubblica utilità", come la fornitura di energia elettrica. Poi un decreto legislativo l'ha reso a pagamento. Una piccola "tassa" cui devono sottostare tutti quelli che non hanno fatto richiesta esplicita di disattivazione.
A quanto riferisce il Corriere, però, le procedure di disattivazione sono finite sotto l'attenzione dell'Agcom a causa di poca trasparenza. Cinque mesi fa, infatti, l’Antitrust è arrivata ha messo sotto torchio Vodafone, Wind e Telecom per "omissione informativa sulla possibilità di rinunciare alla fornitura degli elenchi e quindi all’addebito in bolletta dell’importo relativo". Wind ha pagato una multa da 195 mila euro.
Telecom, intanto, assicura di rimborsare il costo del servizio
a chi si disattiva entro settembre. E per ogni disdetta ha promesso di piantare un albero. Oltre a risparmiare in bolletto, gli italiani potrebbero anche contribuire ala creazione di una foresta da 21 milioni di alberi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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