È uno dei simboli del terremoto, la chiesa crollata di San Francesco ad Accumoli. La facciata austera rovinata a metà, il rosone sbriciolato per le scosse di una terra che in troppi si ostinano a chiamare traditrice e matrigna. Il campanile ridotto in polvere.
Ma i veri traditori, forse, andrebbero cercati fra chi ha male utilizzato - per usare un eufemismo - i fondi destinati alla prevenzione del rischio sismico. La magistratura è già al lavoro per stabilire eventuali responsabilità, ma gli episodi controversi si moltiplicano giorno dopo giorno.
È il caso, ad esempio, del campanile della chiesa di San Francesco, venuto giù come un castello di carte schiacciando la famiglia Tuccio, padre, madre e due bimbi. Un campanile che, racconta il Corriere della Sera, era già stato lesionato dal terremoto delle Marche e dell'Umbria del 1997: i primi interventi di "miglioria" risalgono al 2004, con lavori affidati a commissari della Regione Lazio e subcommissari provinciali, poi commissionati ai costruttori Cricchi, intervenuti anche nel rifacimento della scuola Romolo Capranica di Amatrice, anch'essa crollata nel sisma di mercoledì scorso.
Ed è proprio uno dei subcommissari provinciali, Fabio Melilli, ad ammettere che il finanziamento venne fatto convergere sulla chiesa e non sul campanile: peraltro dei (già pochi) 125mila euro iniziali, dopo la fase di progettazione rimasero appena 75mila euro.
Nei prossimi giorni è probabile che la procura reatina vorrà sentire i componenti delle commissioni giudicanti a tutti i livelli: da chi decise quali lavori effettuare; da chi stabilì di trascurare il campanile; da chi concesse il placet finale.L'obiettivo è capire chi e perché ha sbagliato, stabilire l'eventuale malafede e, nel caso, punire i responsabili. Ma soprattutto impedire che episodi simili si ripetano in futuro.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.