Novantamila euro per promuovere il "tipico" kebab friuliano, è questa la cifra spesa dalla giunta regionale, presiduta dalla vice segretaria del Pd Debora Serracchiani, per promuovere la ricetta al Salone del Gusto di Torino.
La notizia dell'ingente somma spesa per promuovere il famoso panino turco come prodotto tipico del Friuli Venezia Giulia ha da subito suscitato molte polemiche.
Il primo a scagliarsi contro al "kabab furlan" dello chef Carlo Piasentin, in bella vista tra le specialità della regione friulana al Salone del Gusto, è stato l'ex vincitore di Masterchef Usa, Luca Manfè, di origine friulane e considerato ambasciatore dei prodotti della regione all'estero: "A parte il fatto che il kebab è carne grigliata su uno spiedino, ma vi pare che la Regione abbia fatto bene a spendere 90 mila euro per promuovere un panino con la salsiccia? E’ sbagliato l’approccio chiamandolo kebab e usando pane arabo - commenta Manfè che aggiunge -. Non vedo l’ora di tornare in regione per assaggiare un hamburger vegetariano e il kebab friulano. Sono il primo ad accettare le novità, ma in questo caso ho l’impressione che si sia fatta cilecca".
Dello stesso parere è anche il consigliere regionale di Forza Italia, Roberto Novelli, che ritiene l'iniziativa un inutile spreco di soldi: " Visto che parliamo del progetto per la valorizzazione dei cibi made in Friuli - dichara Novelli - è proprio il caso di dire che siamo alla frutta. In più dopo la splendida figura del famoso chef Carlo Cracco, il quale, chiamato a fare da testimonial a Friuli Doc, ha platealmente dimostrato di non conoscere due prodotti tipici come la brovada e la gubana, arriva la promozione del kebab friulano". Il consigliere azzuro ha poi ironizzato: "Se la strategia per far conoscere i nostri eccellenti prodotti tipici è questa, suggerisco di ripensarla".
A difendere la decisione della Serrachiani è, invece, Max Plett, presidente di Slow Food del Friuli che al Messaggero Veneto nega di aver speso 90 mila euro per promuovere il "kebab furlan" : "Chi critica, probabilmente lo fa senza aver letto bene la nostra proposta. Il budget serve a promuovere, all'interno di una delle prime manifestazioni internazionali dedicate all'enogastronomia, i presidi Slow Food del nostro territorio. E tutta questa attenzione sul "kebab furlan" rischia di banalizzare settimane di lavoro e denaro pubblico".
E a chi gli fa notare che il panino turco non centra niente con i prodotti tipici regionali Plett risponde: "La nostra cultura ha anche radici ottomane e in più siamo la regione delle diversità e su questa dobbiamo impegnare ogni energia, favorendo anche la contaminazione".
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