Sta facendo parecchio discutere la campagna delle associazioni ProVita Onlus e Generazione Famiglia, che nelle ultime ore hanno tappezzato numerose città italiane, come Torino, Roma, Napoli e Milano, di manifesti di carattere polemico.
L’intenzione degli attivisti è proprio quella di suscitare scalpore, e di protestare contro il metodo sempre più diffuso del cosiddetto “utero in affitto”. Ecco dunque la scelta di affiggere delle immagini proprio in quei comuni i cui sindaci hanno scelto di sostenere le famiglie composte da bambini e genitori dello stesso sesso, come Virginia Raggi a Roma, o Beppe Sala a Milano. Lo stesso è avvenuto a Torino, dove in numerosi angoli della città è possibile imbattersi nei manifesti, recanti sempre la stessa immagine. Si tratta di un bambino con un codice a barre sul petto che piange dentro ad un carrello per la spesa spinto da due uomini, etichettati come Genitore 1 e Genitore 2. Il tutto è accompagnato da un messaggio piuttosto diretto: “Due uomini non fanno una madre. #StopUteroinAffitto”.
I bambini non sono un oggetto e non si possono comprare, questo è quanto vogliono trasmettere Pro Vita Onlus e Generazione Famiglia, che non mancano di preoccuparsi anche per le donne coinvolte nella sopra citata pratica. “La nostra iniziativa intende sottolineare ciò che non si dice e non si fa vedere dell’utero in affitto. Noi siamo dalla parte dei più deboli, i bambini, ma anche per la salute delle donne, trattate come schiave e ignare dei rischi per la salute a cui si espongono.”, dichiara infatti sul portale “Notizieprovita” il presidente di ProVita, Toni Brandi.
Non si è fatta attendere la risposta del sindaco torinese Chiara Appendino, che, come molti altri suoi colleghi, ha permesso l’iscrizione all’anagrafe dei bambini avuti all’estero da coppie omosessuali (la pratica dell’utero in affitto non è legale in Italia). “Ma due persone che si amano fanno una famiglia. Continuerò le trascrizioni e non smetterò di dare la possibilità a questo amore di realizzarsi” dichiara infatti sui suoi canali social, come riportato da “TorinoToday”.
“Troviamo questa campagna dei ProVita antistorica. Nella realtà di tutti i giorni non c’è una sola famiglia ma tante di diverso tipo. Questo continuiamo a sostenere anche attraverso le nostre politiche.
Il riconoscimento delle famiglie con due padri o due madri non toglie nulla alle famiglie tradizionali. Tutti hanno il diritto di essere felici”, aggiunge anche Monica Cerutti, assessore regionale ai diritti civili.
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