Torino, giallo sull'ordinanza: il Comune non vietò il vetro in piazza?

Il mistero dell'ordinanza fantasma: non ne è stata emessa una ad hoc, ma ne esisteva una generica di anni fa: ma ora i feriti vogliono chiarezza dal sindaco M5S

Torino, giallo sull'ordinanza: il Comune non vietò il vetro in piazza?

Impazza la polemica sull'ordinanza fantasma con cui avrebbe dovuto essere stato vietato il consumo di bevande alcoliche in bottiglie di vetro sabato sera a Torino in occasione della finale di Champions League. Com'è noto, di bottiglie di vetro in piazza San Carlo ne entrarono a migliaia. E dei 1500 feriti a causa del panico scatenato da un finto allarme bomba, oltre la metà si sono tagliati proprio sui cocci di bottiglia sparsi sul selciato.

Secondo la ricostruzione odierna del quotidiano torinese La Stampa, il Comune non avrebbe emesso alcuna ordinanza specifica al riguardo, facendo forse affidamento su un'ordinanza quadro risalente ad alcuni anni fa ed ancora in vigore, con cui si vietava la vendita di bottiglie di vetro in occasione di incontri di piazza. Nelle ore successive all'incidente, però, il sindaco Chiara Appendino ha preferito evitare la domanda sui cocci, trincerandosi dietro un diplomatico "ora pensiamo ai feriti".

Il questore di Torino: "Ordinanza incostituzionale"

Ora però che i feriti sono stati curati e anzi sono sul piede di guerra per quel tappeto di frammenti taglienti su cui si sono fatti male, occorrono delle spiegazioni plausibili. Sul tema è intervenuto anche il questore del capoluogo piemontese, Angelo Sanna, che sostiene che l'ordinanza che vieta il possesso di bottiglie di vetro e metalli in luoghi pubblici durante le grandi manifestazioni fosse stata dichiarata incostituzionale.

"Abbiamo fatto di più di quello che è stato fatto in eventi analoghi - spiega - Credo che ora sia importante lavorare sul motivo che ha causato questa tragedia.. Stiamo seguendo con attenzione i feriti gravi e ovviamente siamo vicino a chi ha riportato ferite, soprattutto quelli che sono molto gravi. Ma ora è importante capire cosa è successo e trovare, là dove esistono, le responsabilità".

Il problema delle vie di fuga

Un altro tema di dibattito è quello sulle vie di fuga da piazza San Carlo, che avrebbero dovuto essere garantite e che invece, secondo molti, non sarebbero state garantite a sufficienza. Amministrazione e prefettura si difendono appellandosi al precedente del 2015, quando la Juventus giocò la finale di Champions League con il Barcellona e le misure di sicurezza adottate, sostengono, furono le medesime di quest'anno.

Tuttavia in quell'occasione la piazza fu divisa in settori e i maxischermi installati furono due.

Stavolta invece, con un solo mega schermo a ostruire una delle principali vie di fuga e la folla fatta afflure in ordine sparso, sarebbe stata preclusa ad ambulanze e forze dell'ordine la possibilità di intervenire con tempestività ed efficacia. Circostanze che se confermate sarebbero molto gravi e su cui ora dev'essere fatta piena chiarezza.

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