Tra i circa 1400 feriti negli incidenti avvenuti sabato sera in piazza San Carlo a Torino c'è anche Elisa, la figlia di Marco Travaglio.
Come racconta il direttore de Il Fatto Quotidiano, la 18enne aveva deciso di vedere la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid sui maxischermi allestiti dal Comune insieme a due amici. Alle 22.15, subito dopo il terzo gol della sqaudra spagnola, il giornalista legge sul dispay del telefono il nome della figlia. Ma quando Travaglio risponde, pensando di dover rincuorare la ragazza per l'andamento della partita, la voce dall'altra parte della cornetta non è la sua. "Elisa sta bene, ma non può parlare, ha male a una gamba", dice l'amico. La reazione del direttore è quella che qualsiasi genitore avrebbe avuto in quel momento. "Brivido gelato nella schiena. Me la faccio passare a forza: ansima, piange, ripete 'vienimi a prendere, voglio andare subito via di qui, c'è stato un attentato, una bomba, non so, mi hanno calpestata, mi hanno camminato sopra, non mi sento più la gamba sinistra, e gli scoppi continuano, stiamo scappando verso piazza Vittorio'", racconta Travaglio.
Dopo la telefonata il giornalista sala in macchina e corre dalla figlia. Quando la trova, racconta, Elisa trema ancora per la paura e non riesce a parlare. Di corsa in ospedale che in pochi minuti si riempie di feriti, molti dei quali gravi. "Mai visto tanto sangue, neppure in un film di Dario Argento", scrive Travaglio.
Elisa esce dall'ospedale senza neanche essere visitata perché l'attesa era lunghissima vista la grande quantità di feriti. La figlia del direttore è certa di una cosa: "Non andrò mai più in piazza per una partita, e nemmeno allo stadio", dice lei alla fine della più lunga serata della sua vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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