Torino, reintegrata l'operatrice ecologica che prese un monopattino dai rifiuti

La Corte d'Appello di Torino ribalta la sentenza dei giudici di primo grado. Ora l'azienda dovrà riammetterla e pagare le spese legali. Gli avvocati della donna: "Il suo fu un gesto in buona fede, non si può licenziare una persona per fatti come questo"

Torino, reintegrata l'operatrice ecologica che prese un monopattino dai rifiuti

Era stata licenziata il 30 giugno 2017, dopo aver portato a casa, al figlio, un vecchio monopattino ricevuto da una collega, che lo aveva trovato tra i rifiuti. Ma, a distanza di mesi, l'operatrice ecologica torinese, Aicha Elibethe Ounnadi, dovrà essere reintegrata al suo posto di lavoro.

La decisione della Corte d'appello

La Corte d'appello di Torino, infatti, ha ribaltato la decisione dei giudici di primo grado, disponendo la riammissione della donna e condannando l'azienda, la Cidiu Servizi, al pagamento delle spese legali, che ammonterebbero a poco più di 10mila euro.

Il fatto

La dipendente dell'azienda di Collegno, che si occupa della raccolta dei rifiuti nella cintura Ovest di Torino, aveva accettato di portare al figlio di otto anni il giocattolo, nonostante il regolamento della società vietasse ai lavoratori di prelevare oggetti trovati nella spazzatura. Dai vertici societari, il comportamento di Ounnadi era stato quindi ritenuto "grave" el'azienda aveva disposto il licenziamento della donna e la sospensione, per dieci giorni, della collega che aveva portato il monopattino nel capannone dell'autorimessa.

Un provvedimento sproporzionato

"È stata fatta giustizia: non si può licenziare una persona per fatti come questi, compiuti in totale buona fede", ha commentato l'avvocato Paola Bencich che, insieme alla collega Mara Artioli, assiste legalmente Aicha Elibethe Ounnadi. "In primo grado, il giudice aveva riconosciuto l'illegittimità del licenziamento, ma anche la sussitenza del fatto e proprio per questo motivo non poteva essere reintegrata.

Per fortuna la Corte d'appello ha chiarito che, non trattandosi di un furto, il licenziamento era un provvedimento sproporzionato e ha disposto il reintegro", ha continuato l'avvocato. Secondo la ricostruzione del legale, poi, il Contratto nazionale "prevede il licenziamento solo per furto o fatti di estrema gravità, ma l'episodio non rientra nelle due fattispecie".

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