Il ministero dei Trasporti ha, finalmente, chiarito come turisti, lavoratori e transfrontalieri potranno spostarsi da e per le "zone rosse", ossia la Regione Lombardia e le altre 14 province sottoposte alle restrizioni (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Verbano Cusio Ossola, Novara e Vercelli).
Stop al turismo nelle "zone rosse"
In base alle indicazioni del dpcm emanato dal governo, tutti gli spostamenti per motivi di turismo sono da evitare, non solo l'entrata, e l'uscita dalle zone rosse, ma anche i viaggi al loro interno. I turisti italiani e stranieri che già si trovano in quei territori sono tenuti a limitare gli spostamenti al minimo. In pratica soltanto per fare ritorno nei propri luoghi di residenza, abitazione o domicilio. Gli aeroporti e le stazioni ferroviarie restano aperti solo per i turisti "in uscita", ovvero per coloro che tornano nelle proprie case. Il ministero dei Trasporti raccomanda di verificare sui siti ufficiali delle varie compagnie aeree, marittime e di trasporto su strada lo stato dei voli e dei vari mezzi di strasporto pubblico. I turisti che si trovano nelle altre aree del Paese non sottoposte a limitazioni di questo genere sono ugualmente tenuti a osservare le indicazioni date dalle autorità sanitarie, valide anche per la generalità della popolazione.
Ok transito merci e transfrontalieri
Per quanto riguarda il trasporto delle merci e di tutta la filiera produttiva non vi è alcuna limitazione o restrizione da e per i territori indicati dall'art. 1 del dpcm 8 marzo 2020. Il Mit chiarisce che le limitazioni introdotte oggi non vietano gli spostamenti degli trasnfrontalieri per comprovati motivi di lavoro, fatta eccezione per coloro che sono risultati positivi al virus. In generale si chiede di incentivare lo smart working, ma i transfrontalieri non subiranno alcun tipo interruzione da parte delle autorità nel loro tragitto per raggiungere il posto di lavoro e tornare a casa, a patto che possano comprovare il motivo lavorativo dello spostamento con qualsiasi mezzo. Ciò include anche una dichiarazione che potrà essere resa alle forze di polizia in caso di eventuali controlli. Il personale che conduce i mezzi di trasporto contenti le merci può entrare e uscire dalle zone rosse e spostarsi al loro interno, limitatamente alle esigenze di consegna o prelievo delle merci.
Trasporti urbani regolari: cosa succede per i lavoratori
Non esistono limitazioni particolari per i trasporti urbani, ad eccezione quella di mantenere il metro di distanza. Ma non solo. Treni e aerei da e per le "zone arancioni" viaggiano regolarmente, ma tutte le autorità chiedono di incentivare lo smart working. In particolare i sindacati della scuola (Cgil Cisl, Uil, Snals e Gilda) hanno ribadito al ministero che la possibilità di accedere con priorità a forme di smart working è consentita anche ai lavoratori pendolari residenti fuori del Comune sede di servizio. Il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha precisato che "l'ordinanza che sto andando a firmare ricalca il Dpcm e non vieta gli spostamenti per motivi di lavoro e salute sul territorio nazionale. Abbiamo previsto che le Regioni si uniformino a questa norma con un unico provvedimento". La società Trenord, invece, fa sapere che " In Lombardia circoleranno circa 2.150 treni ogni giorno". Una decisione presa "a fronte di un calo dell'affluenza del 60% - da 820mila a 350mila passeggeri in un giorno feriale - e alla luce delle misure attuate per affrontare l'emergenza sanitaria legata al Coronavirus".
Trenitalia, infine, precisa, attraverso i suoi canali web che "in questo momento il traffico è regolare su tutta la rete" e che non vi sono variazioni al servizio dopo l'emanazione del decreto del presidente del Consiglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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