La Corte d'appello di Palermo ha confermato l'assoluzione dell'ex ministro Calogero Mannino nell'ambito del processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia. La sentenza è stata emessa dopo cinque ore di Camera di consiglio.
Lo scorso maggio, l'accusa aveva chiesto la pena a nove anni di carcere (la stessa proposta dai pm in primo grado). Mannino, accusato di violenza o minaccia a corpo politico dello Stato, non ha assistito alla sentenza ma ha atteso dalla sua abitazione la telefonata del suo legale.
L'ex ministro Dc è stato così assolto anche in appello. "Oggi c'è la sentenza della Corte di appello che conferma l'assoluzione e proclama la mia innocenza come altre sentenze in questi venti anni", ha dichiarato Mannino all'Adnkronos.
"Sicuramente le motivazioni di questa sentenza certificheranno in modo ormai definitivo e inattaccabile l'assoluta estraneità da Mannino da questa ipotesi accusatoria", ha affermato l'avvocato Marcello Montalbano. "Mannino si è sempre difeso dicendo 'A me non interessa se una trattativa c'è stata, io certamente non sono colpevole di questi fatti che mi vengono addebitati'. Lo ha detto fin dal primo momento nell'interrogatorio, sia in primo grado che in appello".
Quello di Mannino è un processo 'stralcio' rispetto a quello principale sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia che prosegue per gli altri imputati da Marcello Dell'Utri a Mario Mori fino a Massimo Ciancimino. Mannino aveva infatti scelto il rito abbreviato, iniziato nel maggio 2013, venendo assolto in primo grado nel novembre 2015. L'appello era iniziato nel maggio 2017, entrando nel vivo solo a dicembre.
Nel processo principale sulla trattativa tra Stato e mafia, in primo grado, nell'aprile 2018, la Corte di assise di Palermo aveva condannato a 12 di carcere l'ex senatore Marcello Dell'Utri e gli ex carabinieri del Ros, Mario Mori e Antonio Subranni.
Stessa pena per Antonino Cinà, medico e fedelissimo di Totò Riina, otto anni di reclusione per l'ex capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno e 28 per il boss Leoluca Bagarella. Infine, otto anni per Massimo Ciancimino. Dal 29 aprile è in corso il processo d'appello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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