Virginia Raggi ha deciso di ricandidarsi a sindaco di Roma. È una bella notizia per almeno tre motivi. Il primo è che cade definitivamente un'altra delle ipocrisie dei Cinquestelle che al loro apparire avevano giurato: basta con i politici di professione, i nostri eletti non potranno fare più di due mandati (la Raggi li ha già fatti). Era una sciocchezza senza senso (se uno è bravo non si capisce perché debba smettere) sulla quale Grillo e soci avevano costruito uno dei punti forti della loro retorica moralista anti-casta che ora che si sono fatti casta rinnegano senza il minimo imbarazzo.
Il secondo motivo è che il caso Raggi dimostra come il merito in quel partito non conti nulla. La signora è stata il peggior sindaco della storia romana, monumento perenne all'incapacità. La città non è mai stata così conciata da tutti i punti di vista: sporcizia e incuria sono temi all'ordine del giorno, la gestione del trasporto pubblico una barzelletta (basti pensare alle stazioni del metrò chiuse per mesi per semplici guasti delle scale mobili) e questo nonostante una girandola di assessori e superconsulenti che non ha precedenti. Con un curriculum simile, nessun sindaco di nessun partito potrebbe non dico sperare ma neppure pensare a una ricandidatura. Nei Cinque Stelle invece questo è possibile perché, non solo a Roma, l'appartenenza e la fedeltà al capo valgono più del merito, tanto a pagare il conto di tanta arroganza sono i cittadini.
Il terzo motivo per essere contenti della ricandidatura della sindaca uscente è che con lei in campo aumentano non di poco le possibilità che Roma torni ad essere amministrata dal centrodestra (ammesso che si trovi un buon pretendente), tanto è il disamore dei romani per la loro prima cittadina e l'imbarazzo del Pd, alleato di governo dei Cinque Stelle, a sostenerla dopo aver passato gli ultimi cinque anni a criticare giustamente ogni suo atto.
Che la Raggi correndo da sola abbia la benché minima possibilità di essere confermata è da escludere in partenza.
E allora viene naturale il sospetto che le cose non siano così come appaiono e che la riconferma sia solo una cinica punizione decisa da Grillo per il disastro combinato: tu Raggi ci hai trascinati nella vergogna, a questo punto qualsiasi altro nostro candidato per colpa tua non potrebbe farcela. Quindi tu salirai sul patibolo delle elezioni, a eseguire la giusta condanna non saremo noi grillini, ma gli elettori.In ogni caso, diciamo noi, grazie sindaca.
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