È accaduto a Zenson di Piave, un Comune di poco più di mille abitanti in provincia di Treviso, al confine con la quella di Venezia. Un palazzo è stato restaurato e sulla facciata è stato ridipinto il volto di Benito Mussolini, come si vede nella foto del giornale on line "TrevisoToday". Lo stabile si trova in pieno centro, nella piazza del paese, sopra un bar, punto di ritrovo dei cittadini, ed una farmacia. I due volti del duce sono, in realtà, vecchie effigi risalenti, con ogni probabilità, agli anni della seconda guerra mondiale. I proprietari del palazzo hanno voluto che la facciata esterna riprendesse le sembianze di quando è stato costruito.
Il caso, però, ha creato molte polemiche sui social e tra i cittadini. A maggior ragione perché, come si legge sempre sul quotidiano locale, su "Google Street View" (che permette di vedere su google, tramite il satellite, le strade di tutte le città) le immagini del duce sullo stabile non sono visibili. Il tempo, infatti, le aveva sbiadite sui muri del palazzo storico.
Molti in paese si sono detti indignati per le immagini che, secondo qualcuno, rappresentano un omaggio a Benito Mussolini e al fascismo. A riguardo si è espresso anche il sindaco di Zenson di Piave, Daniele Dalla Nese, che ha cercato di tranquillizzare gli animi dichiarando alla stampa: "Non ci troviamo davanti a un caso di apologia del fascismo. Le immagini di Mussolini erano già presenti ed i proprietari hanno voluto mantenerle semplicemente per conservare l'edificio come quando l'avevano acquistato i loro nonni".
Le figure di Mussolini, però, hanno suscitato anche l'indignazione dei dem trevigiani e nazionali che porteranno il caso direttamente in Parlamento. "Quelle immagini ci riportano indietro a tempi oscuri - dichiara Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Pd di Treviso - Rappresentano un'offesa ai valori della nostra storia in una terra che ha conosciuto bene la tragedia di una dittatura crudele e spietata". Intanto l'onorevole Chiara Braga del Partito democratico ha già presentato un'interrogazione parlamentare sulla vicenda questa mattina.
Il caso ha suscitato polemiche e indignazione proprio oggi che è stata assegnata la scorta a Liliana Segre, la senatrice a vita superstite dell'Olocausto e attiva testimone della Shoah italiana, dopo le minacce via web e allo striscione di Forza nuova esposto nel corso
di un appuntamento pubblico a cui partecipava. La misura di protezione, da tempo sotto esame, è stata disposta ieri, dal comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico presieduto dal prefetto di Milano, Renato Saccone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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