Trieste non è più disposta a srotolare il tappeto rosso agli immigrati, né tantomeno a spalancare il portafogli per mantenerli.
È l'urlo di protesta dei cittadini del capoluogo friulano, una delle città italiane più invase dai clandestini, vuoi per la sua delicata e storicamente nota posizione geografica, vuoi (soprattutto) per le politiche di accoglienza imposte dall'attuale giunta del Pd. Nel 2015, secondo i media locali, sarebbero stati adoperati 11 milioni di euro di denaro pubblico per ospitare i presunti profughi (in prevalenza pakistani e afghani che non scappano da nessuna guerra), più del doppio rispetto all'anno precedente. E nel primo trimestre del 2016, aspettando la bella stagione che invoglia agli sbarchi di massa e le elezioni amministrative in grado di cambiare la direzione del vento comunale, sono già stati stanziati 4 milioni di euro a favore dei migranti.
Uno schiaffo a quei triestini che non hanno un lavoro (ben 7 mila), non arrivano a fine mese o non riescono ad accedere
ai contributi sociali per mancanza di fondi. Gli stessi fondi pronti all'uso quando c'è da albergare gli immigrati nei rioni di Trieste. Che rischiano di trasformarsi in piccole Molenbeek.
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