Troppi rimproveri per i ritardi E uccide il prof con la balestra

Un tredicenne fa irruzione in aula armato anche di machete e molotov. Aveva annunciato la vendetta ai compagni: «Ho una lista nera con 25 nomi». Ma è troppo giovane per il carcere

Troppi rimproveri per i ritardi E uccide il prof con la balestra

Da giorni minacciava di compiere una strage per punire i professori «colpevoli» di rimproverarlo per i continui ritardi. Ai compagni di scuola M.P.C. aveva detto che si sarebbe vendicato, mostrando una lista nera con 25 docenti e alunni antipatici da eliminare. Ma tutti pensavano a uno scherzo. E molti hanno continuato a sorridere, anche quando hanno visto il tredicenne entrare a scuola con una balestra e colpire, uno dopo l'altro, tre insegnanti e due studenti, centrandoli come fossero bersagli di carta.

La tragedia, che ha causato una vittima e quattro feriti, è avvenuta nel liceo Juan Fuster, nel quartiere La Sagrera, a Barcellona. M.P.C., vestito con tuta mimetica, è entrato a scuola alle 9.20, ben oltre l'orario di inizio delle lezioni fissato per le 8, e ha messo in atto il macabro disegno. Armato di balestra e machete ha preso di mira quanti gli capitavano a tiro. Ha prima fatto irruzione nella sua classe e ha scoccato una freccia contro la professoressa di castigliano, colpendola al volto. Poi si è scagliato contro sua figlia, che cercava di difenderla, pugnalandola a una coscia. Le grida disperate degli altri ragazzini, nascosti sotto i banchi, hanno richiamato un altro insegnate, che stava facendo lezione nell'aula adiacente. Senza perdere un attimo, lo studente Rambo ha rivolto la balestra contro l'uomo, colpendolo all'addome. Il poveretto, assunto da due settimane come supplente di Scienze Sociali, è morto subito. «Abbiamo vissuto momenti di terrore - racconta Unai, del terzo anno -. Quello è entrato in classe con la balestra come se cercasse qualcuno. Ci siamo ammassati in un angolo. Poi, ha detto: “voi non mi interessate”. E si è allontanato». M.P.C., stando ai racconti, è entrato allora in un'altra stanza, ferendo al petto un quattordicenne, mentre i docenti gridavano ai ragazzi di restare al riparo. Quindi ha ferito a un orecchio una professoressa di matematica, uscita in corridoio per capire cosa stava accadendo.

Rimasto solo nell'androne, è stato infine immobilizzato da un insegnante di educazione fisica. Sembra che avesse nello zainetto anche una rudimentale Molotov, che non è arrivato a far esplodere. Dei quattro feriti, tutti accompagnati in ospedale, nessuno è grave. M.P.C., non imputabile secondo la legge spagnola poiché di età inferiore a 14 anni, è stato invece affidato all'unità psichiatrica dell'ospedale infantile Sant-Joan de Deu.

I suoi compagni di classe, sentiti come testimoni, hanno raccontato che nelle settimane scorse il tredicenne parlava di questo suo progetto, che doveva concludersi con il suicidio. E tre dei feriti rientrano realmente nella famosa «lista nera» dell'adolescente. I docenti, però, lo descrivono come «un ragazzo adorabile», figlio di un'infermiera e di un lavoratore sociale, che sembrava solo un po' fissato con l'abbigliamento militare. Sul posto si è recato anche il sindaco di Barcellona Xavier Trias, che ha espresso profondo dolore per l'accaduto. Le lezioni sono state sospese due giorni e oggi i docenti, con il supporto degli psicologi, cercheranno di aiutare gli allievi a superare lo choc, mentre il governo regionale ha disposto due giorni di lutto.

Gli investigatori, invece, stanno compiendo accertamenti sulla balestra, non è vendibile in Spagna senza licenza. Ma gli studenti, che hanno raccontato dell'ossessione di M.P.C. per le armi, sono pronti a scommettere che il coetaneo abbia fabbricato quell'arma artigianalmente, seguendo le istruzioni su internet.

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