Trovare lavoro a un immigrato? Ci costa 280mila euro all'anno

Il sistema di accoglienza Sprar ha prodotto 1.344 "inserimenti lavorativi attivati e conclusi". Ma quanto ci costa?

Trovare lavoro a un immigrato? Ci costa 280mila euro all'anno

Accoglienza o business? Sul sistema migranti in Italia, la domanda è legittima. E non solo nel circuito Cas (Centri di accoglienza straordinaria), in passato attraversato da scandali e ingenti spese finite a cooperative, onlus e srl. Anche il tanto decantato (dalla sinistra) Sprar sembra essere tutt'altro che efficente e efficace.

Il Sistenma di protezione per richiedenti asilo nel 2017, come sottolineato dal rapporto annuale del 2017, è costato qualcosa come 375.366.000 euro per finanziare 776 progetti di accoglienza. In totale sono stati accolti 36.995 immigrati, distribuiti in 103 province e 659 Comuni. Un po' in tutta Italia.

Uno degli obiettivi dello Sprar (anche se "non rappresenta un obbligo specifico) è quello di integrare i migranti e magari avviarli pure al lavoro. Peccato che dei 7.589 immigrati che hanno frequentato almeno un corso di formazione professionale, solo 4.124 abbiano trovato una occupazione lavorativa. Di che tipo? Il rapporto non lo dice. E non si sa neppure se una volta usciti dal sistema Spar quel lavoro lo abbiano mantenuto o se l'indipendenza economica è reale o solo millantata. "Il dato richiesto non viene rilevato, le verifiche vengono fatte sul percorso che porta ad acquisire strumenti di autonomia o eventuali impieghi contrattuali, senza specificarne la forma o la durata", hanno spiegato da Cittalia alla Verità.

"Nel 2017 - si legge nel rapporto - sono stati attivati in totale 6.962 tirocini formativi e/o borse lavoro e i settori nei quali sono stati avviati riguardano soprattutto la ristorazione e il turismo (nell’87,6% dei progetti), l’agricoltura e la pesca (55,4%), l’artigianato (48,9%), i servizi alla persona (40,4%) e l’industria (39,4%). Seguono il commercio (37,3%), l’edilizia (24,9%) e l’informatica (4,7%)". Secondo il rapporto si tratta di uno "strumento" che mantiene "una significativa efficacia". E questo nonostante "gli inserimenti lavorativi realizzati a seguito dei tirocini formativi attivati e conclusi" siano stati in tutto appena 1.344.

Tutto questo è ovviamente costato (e non poco) ai contribuenti italiani. Se la spesa complessiva per il sistema Sprar nel 2017 è stata, come detto, di oltre 375 milioni di euro, questo significa che ogni singolo posto di lavoro prodotto l'anno scorso è costato qualcosa come 280.000 euro. Certo, nel mezzo ci sono tante altri servizi, non solo la formazione lavorativa, ma se lo Spar viene presentato come "l'unico modello da seguire" ci si aspetta magari che - alla fine del loro percorso nel sistema di accoglienza - i profughi siano in grado di entrare nel mercato del lavoro. È davvero così? Le risorse spese in accoglienza hanno prodotto risultati?

Domande cui ancora occorre trovare delle risposte.

Certezze, invece, ne hanno avute gli operatori assunti (a tempo indeterminato o determinato) per gestire l'accoglienza degli immigrati. Il rapporto Sprar parla di 1.428 le figure professionali impegnate a tempo pieno, 7.050 professionisti a tempo parziale e 2.940 collaboratori a chiamata. In totale fanno 11.734 posti di lavoro. Una manna dal cielo.

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