Accesso abusivo ai sistemi informatici, esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa e truffa aggravata. Queste le accuse nei confronti dei due rappresentanti legali dei concessionari di rete per il gioco on-line perquisiti nelle prime ore di giovedì 12 dicembre dalla Guardia di Finanza di Torino. L'imponente operazione che ha visto coinvolte numerose regioni in tutta Italia (dalla Lombardia al Lazio, dall'Abruzzo sino alla Sicilia) è nata nel capoluogo piemontese. Proprio qui, alcuni mesi fa, i Finanzieri avevano denunciato due titolari di una sala scommesse illegale, mascherata da punto raccolta, nel quartiere Lingotto. Le piattaforme di gioco erano state ideate con lo scopo di promuovere l'attività ludica in rete attraverso l'apertura di conti intestati agli utenti. I due concessionari coinvolti nell'inchiesta avevano predisposto le stesse in modo tale da memorizzare i dati sensibili di accesso ai conti gioco aperti dai clienti, senza l'immissione di password personali. Così facendo, i conti personali e i profili degli ignari giocatori potevano essere utilizzati anche in loro assenza. Infatti i dati rimanevano memorizzati sul conto madre di ogni singolo punto vendita.
Oltre ad aggirare l'apparato concessorio dei Monopoli di Stato, la truffa ideata ha causato una vorticosa falla nell'intero database che avrebbe dovuto garantire la riservatezza dei dati personali dei clienti. In questo modo era intuitivo accedere ai singoli profili e, di conseguenza, ai conti gioco. Bastava cliccare semplicemente sulla sola userid dell'utente. Ad aggravare la posizione dei concessionari, la creazione di 60 siti denominati SKIN che, attraverso i punti di ricariche (Pvr) presenti sul territorio, consentivano di ricevere scommesse su canale di raccolta fisica senza aver pagato la relativa concessione statale che, per tale attività, ammonta a 6mila euro per ciascun punto vendita. Tra l'altro in questi presunti internet point, poiché privi di particolari restrizioni e divieti, potevano tranquillamente accedere i minori.
L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino e condotta dalla Guardia di Finanza del capoluogo piemontese, è culminata con decine di perquisizioni nelle province di Roma, Napoli, Milano, Palermo e Teramo. A finire sotto inchiesta i già citati rappresentanti legali dei concessionari statali con sede a Roma e Napoli, e l'amministratore di una terza società milanese in quanto risultata affiliata ad uno dei concessionari. Oltre sessanta i siti di gioco on-line congelati. Le perizie effettuate dalla Direzione Generale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma e della Sogei S.p.a.
hanno accertato che i responsabili dovevano esclusivamente far rispettare, nell'eventuale attività di promozione e diffusione dei giochi, il divieto di intermediazione per la raccolta degli stessi. Datesi le gravi responsabilità che stanno emergendo, l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli valuterà l'opportunità di ritirare la concessione statale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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