Pioggia di sputi e di sacchi della spazzatura contro un gruppo di ragazzi di destra. Un episodio assurdo e anacronistico andato in scena ieri mattina all'università di Torino, che conferma come negli atenei italiani l'intolleranza politica sia ancora di casa.
Se sei uno studente di destra, allora, ciò che vale per gli altri non è detto valga anche per te. Entrare e uscire da un ateneo, frequentare le lezioni o impegnarsi nel sindacalismo universitario, per chi la pensa in una determinata maniera, possono rivelarsi vere e proprie imprese. Alla faccia dei diritti costituzionalmente garantiti, infatti, c'è sempre qualche prepotente pronto a provocare, offendere e, nella peggiore delle ipotesi, aggredire. E poteva finire in una zuffa anche stavolta, se la celere non fosse intervenuta a dividere i due schieramenti: da un lato i ragazzi del Fuan, costola universitaria di Fratelli d'Italia, e dall'altro quelli del Collettivo universitario autonomo legato ad Askatasuna, uno dei centri sociali più turbolenti della città.
Attorno alle 10, una decina di militanti del Fuan si era dato appuntamento davanti all'ingresso del Campus Einaudi per distribuire volantini alle matricole. Nulla di sovversivo. Semplicemente un volantinaggio con un elenco di spunti per migliorare la vita universitaria. "Dopo un'oretta – racconta Andrea Montalbano, 22 anni, presidente del Fuan – sono arrivati alcuni ragazzi dei collettivi universitari a intimarci di andare via". Una proposta irricevibile per Andrea e i suoi, che hanno continuato a dare volantini senza raccogliere le provocazioni. Provocazioni che di minuto in minuto si sono fatte sempre più pesanti.
Così il gruppo di antagonisti, una ventina circa, ha iniziato a strillare a gran voce "Fuori i fascisti dall'università". Slogan impresso anche sul manifesto srotolato dai provocatori. Ma non solo. "Ad un certo punto – prosegue Montalbano – hanno preso a sputarci e lanciarci addosso dei sacchi della spazzatura recuperati dai cassonetti vicini". Solo l'intervento degli agenti in tenuta antisommossa, che hanno creato un cordone di sicurezza, ha scongiurato il peggio.
Questo è solo l'ultimo della lunga serie di episodi che hanno scandito la convivenza nell'ateno. "Noi – prosegue presidente del Fuan – tutto sommato siamo stati fortunati, in passato si sono verificati fatti ben più gravi". Come quelli del 25 novembre 2016, giorno in cui all'università di Torino si scatenò la caccia al "fascista". A farne le spese furono sempre i ragazzi del Fuan.
Alcuni di loro, mentre ripulivano l'aula intitolata a Paolo Borsellino, vennero aggrediti dal collettivo autonomo che spadroneggia in facoltà. Un fatto che fu il preludio degli scontri di qualche ora dopo, e del ferimento di tre ragazzi di destra.
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