"La spiaggia? Un checkpoint". Le vacanze militarizzate tra gli sbarchi di migranti

Ferie in mimetica nella stagione degli sbarchi: "Ad attenderci all’ingresso della spiaggia c’erano cinque camionette militari"

"La spiaggia? Un checkpoint". Le vacanze militarizzate tra gli sbarchi di migranti

Good morning Vietnam. Ogni mattina, a Lampedusa, un turista si sveglia sapendo che nel volgere di una giornata vedrà più mezzi militari di quanti non ne abbia mai posseduti, in formato mignon, da ragazzino. È qualcosa di più di una semplice villeggiatura. La più grande delle Pelagie, in appena 20 chilometri quadrati di superfice, non offre solo panorami incantati, spiagge bianche, calette nascoste e tutto il ventaglio di attrazioni della classica località di mare. Soprattutto quando gli sbarchi si rincorrono senza soluzione di continuità, stracciando di giorno in giorno record su record. Soprattutto nelle ultime ore.

Si legge sui giornali, su alcuni, ma non tutti ci credono. O meglio, non tutti pensano che le proporzioni di quell’emergenza strillata siano reali. "È solo propaganda", quante volte lo abbiamo sentito ripetere? Poi succede che vai lì e ti accorgi che le cose non stanno proprio come pensavi e ti sale un velo d’inquietudine. A qualcuno piace anche, i più ruvidi neppure ci badano, e poi ci sono quelli come Marco che ci rimangono di stucco. Marco è un ingegnere romano sulla trentina e non è neppure la prima volta che sceglie Lampedusa. Stavolta sono vacanze di fine agosto. Seconde solo a quelle settembrine per bellezza. Vacanze tranquille? Non proprio. "Stamani ad attenderci all’ingresso della Guitgia c’erano cinque camionette militari parcheggiate in ordine sparso come fossero utilitarie", racconta.

Cala Guitgia è una delle spiagge più gettonate dell’isola, una di quelle dove bisogna letteralmente fare a gomitate per conquistare un ombrellone. Vicinissima al centro abitato è una specie di collo di bottiglia, ci cadi dentro quasi per forza. La scegli perché è comoda e attrezzata, perché fa troppo caldo per avventurarsi altrove. È insomma la porta d’ingresso delle vacanze. "Quest’anno sembra piuttosto un checkpoint. Più tardi i mezzi dovrebbero incolonnarsi e raggiungere il porto commerciale, che dista qualche centinaio di metri da qui, per scortare i pullman di migranti appena sbarcati", continua il nostro villeggiante. Destinazione contrada Imbricola. Ad attendere i naufraghi c’è un hotspot progettato per accogliere un numero quattro volte inferiore a quello delle attuali presenze.

Residence e strutture ricettive danno ospitalità agli uomini e alle donne impegnati nelle operazioni, e all’armamentario da spiaggia steso in finestra ad asciugare, fanno il controcanto mimetiche e uniformi. Non si può neppure far finta di niente mettendo la testa sotto l’acqua: "Mentre facevo il bagno sono arrivati un centinaio di migranti, una parte caricati da un’imbarcazione della Finanza e un’altra dalla Guardia costiera. Dalla Guitgia il viavai delle imbarcazioni militari si vede bene. È incessante". È praticamente bonaccia dopo settimane battute da uno scirocco impietoso e poi dal maestrale. I venti scandiscono la vita dell’isola e la maggior parte delle attività.

Le barche che offrono ai turisti il giro della costa, traghettandoli alla scoperta di calette e faraglioni, sono pronte a ripartire, così come barconi, gommoni e carrette del mare.

Per Marco è stato un bagno anche di realtà. Dice che tornerà comunque "perché è un’isola che ti dà il cuore e perché l’anno prossimo spero di ritrovarla cambiata".

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