Il vaccino nel messaggio di Natale di Papa Francesco: "Sia per tutti, vulnerabili e bisognosi al primo posto"

Il vaccino, le guerre, le violenze e gli effetti della pandemia nel messaggio di Natale e nella benedizione Urbi et orbi di Papa Francesco

Il vaccino nel messaggio di Natale di Papa Francesco: "Sia per tutti, vulnerabili e bisognosi al primo posto"

Il messaggio natalizio di Papa Francesco di quest'anno è stato incentrato sui temi più caldi della pandemia, con un sottofondo di speranza e di ottimismo per affrontare i prossimi passi di questo cammino guardando prima agli altri che a se stessi. Il Pontefice si appella alla carità cristiana e si rivolge ai governanti del pianeta, perché "non possiamo lasciare che ci chiudiamo nei nazionalismi, nell'individualismo". Nel suo messaggio c'è spazio anche per il vaccino, di cui sono arrivate oggi le prime dosi, considerato come la luce in fondo al tunnel della paura degli ultimi mesi: "Non posso mettere me stesso davanti agli altri, le leggi dei brevetti sopra le leggi dell'umanità. Prego tutti di promuovere la cooperazione e non la concorrenza e di cercare vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi, loro al primo posto".

Il Santo Padre chiede ai fedeli di superare gli individualismi nella sua benedizione Urbi et orbi. "Grazie a questo Bambino, tutti possiamo chiamarci ed essere realmente fratelli: di ogni continente, di qualsiasi lingua e cultura, con le nostre identità e diversità, eppure tutti fratelli e sorelle", ha detto Papa Francesco, perché "in questo momento storico, segnato dalla crisi ecologica e da gravi squilibri economici e sociali, aggravati dalla pandemia del coronavirus, abbiamo più che mai bisogno di fraternità". Ha ricordato ai cristiani che "siamo tutti sulla stessa barca. Ogni persona è un mio fratello. In ciascuno vedo riflesso il volto di Dio e in quanti soffrono scorgo il Signore che chiede il mio aiuto. Lo vedo nel malato, nel povero, nel disoccupato, nell'emarginato, nel migrante e nel rifugiato". Ha pregato per i Paesi in guerra, per il Libano, per il Venezuela, per l'Armenia e per tutti quei Paesi che, oltre alla pandemia, stanno affrontando anche altre sfide interne, politiche e civili.

Il Pontefice ha invitato a pensare che "il dolore e il male non sono l'ultima parola. Rassegnarsi alle violenze e alle ingiustizie vorrebbe dire rifiutare la gioia e la speranza del Natale". Ed è "a quanti non si lasciano sopraffare dalle circostanze avverse, ma si adoperano per portare speranza, conforto e aiuto, soccorrendo chi soffre e accompagnando chi è solo", che Papa Bergoglio ha voluto rivolgere un pensiero particolare. Nelle sue preghiere di quest'oggi ci sono anche, e soprattutto, le famiglie, "quelle che oggi non possono ricongiungersi, come pure quelle che sono costrette a stare in casa".

È stato un messaggio onnicomprensivo quello di Papa Francesco ai fedeli nel giorno di Natale: "Il Bambino di Betlemme ci aiuti allora ad essere disponibili, generosi e solidali, specialmente verso le persone più fragili, i malati e quanti in questo

tempo si sono trovati senza lavoro o sono in gravi difficoltà per le conseguenze economiche della pandemia, come pure le donne che in questi mesi di confinamento hanno subito violenze domestiche".

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