Veglia per le tre rom morte nel rogo del campo

La Comunità di Sant'Egidio ha organizzato una veglia in onore delle tre rom arse nel camper di Centocelle. Grande assente la sindaca Virginia Raggi

Veglia per le tre rom morte nel rogo del campo

La morte delle tre sorelle rom arse nel rogo del camper di Centocelle scuote ancora la Capitale. La Comunità di Sant'Egidio si è stretta attorno alla famiglia delle vittime organizzando una veglia di preghiera nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma.

Nelle prime file accanto a Mela Hadzovic, la madre delle tre vittime (Francesca, Angelica e Elisabeth di 4, 8 e 20 anni) sedevano alcuni degli altri otto figli.Vicino a loro un gruppo di bambini rom indossano delle magliette rosse con la scritta 'Non sono pericoloso sono in pericolo'. Subito dietro il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, il ministro per l'Istruzione Valeria Fedeli, il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio e i parlamentari Stefano Fassina e Mario Marazziti. Grande assente, il sindaco Virginia Raggi. Il Comune di Roma è stato rappresentato dall'assessore Lucia Valente. Negli altri banchi della chiesa era sedute molte famiglie di rom provenienti dai vari campi della Capitale.

Il monsignor Paolo Lojudice nel corso della veglia di preghiera si è chiesto: "Siamo convinti che il colpevole sia uno solo? L'amministrazione e la comunità cristiana potevano fare di più. Bisogna fare di più, questi campi sono dei non-luoghi". "L’unica cosa - ha proseguito - che serve è unire le forze sane presenti nelle nostre comunità e metterci in gioco perché nessun bambino muoia di morte violenta. Dobbiamo agire perché nessun bambino sia più crocifisso".

Al termine della veglia sono pochi i rom che vogliono fermarsi a parlare. La maggior parte sono minorenni. Uno di loro, un ventenne che vive nel campo della Massimina, sull'Aurelia, ci racconta che anche lì qualche settimana fa alcuni ragazzi italiani avrebbero lanciato delle molotov. "Abbiamo preso la targa e denunciato tutto alla polizia", dice anche se nulla è giunto alle cronache.
L'ex ministro Andrea Riccardi, invece, a ilGiornale.it, ha detto: "La gente non può morire così. I bambini non possono più morire così . E’ una vergogna in una città civile come Roma". E, poi, in modo un po' polemico, ha aggiunto:"C’è un piano da applicare, c’è una realtà, è un piccolo gruppo di persone la cui situazione può essere radicalmente cambiata". Il piano a cui si riferisce Riccardi è quello di cui oggi ha parlato anche la Raggi e che, finora, è rimasto carta morta.

"Stiamo lavorando per il superamento dei campi, - ha detto il sindaco - il bando peraltro è quasi pronto.

Ci sono anche qui anni di stratificazioni, che piano piano dobbiamo disincrostare e invertire la rotta. Evidentemente è un modello che è fallimentare". Ammesso che quel piano porti a una soluzione definitiva, la Raggi sarà in grado di attuarlo?

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