Veneto, strage di cuccioli di capriolo durante attività di falciatura

Sono 14 i cuccioli feriti o uccisi sui Colli Berici durante le attività di falciatura del fieno. Negligenza da parte dei contadini e non rispetto delle precauzioni da prendere in questi casi

Veneto, strage di cuccioli di capriolo durante attività di falciatura

Strage di cuccioli di capriolo in Veneto, per la precisione sui Colli Berici.

Qui i volontari dell’associazione “Difesa Natura 2000 Colli Berici”, nata appunto per salvaguardare la flora e la fauna del luogo, hanno segnalato e denunciato il massacro di 14 cuccioli di capriolo, verificatosi durate le operazioni stagionali di fienagione nei campi di proprietà; sono solo 4 i piccoli rimasti incolumi.

Il presidente dell’Associazione Bertillo Conte ha espresso tutta la sua amarezza, ed ha raccolto le foto della strage, postandole poi su Facebook: “E’ stata una settimana particolarmente dura e impegnativa, con molti interventi di recupero e soccorso ai cuccioli di capriolo. I nostri appelli affinché i tagli dell’erba vengano effettuati iniziando dal centro del prato per andare all’esterno, sono stati completamente disattesi. Dei 14 i cuccioli per i quali sono stato chiamato ad intervenire questa settimana, solo 4 per il momento sono vivi con qualche menomazione”.

I mezzi per evitare che una situazione del genere possa ripetersi esistono: “E’ sempre più urgente dotarsi di strumenti adatti al rilevamento dei cuccioli nascosti tra l’erba, uno di questi potrebbe essere il cosiddetto salvatore di selvaggina Isa, asta telescopica con dieci sensori ad infrarossi che percepiscono il calore del cucciolo nascosto tra l’erba”, ha riferito il presidente dell’Associazione. “Vale la pena salvare i cuccioli di capriolo? Si, sia per evitare sofferenze agli animali che per la prevenzione igenico sanitaria, dato che dai resti dei cuccioli di capriolo falciati possono fuoriuscire dei veleni che provocano avvelenamenti mortali al bestiame che mangia fieno o insilato”.

Non è la prima volta che si verificano episodi del genere, purtroppo, come segnalato dallo stesso Conte.

Nonostante l'impegno dei volontari la situazione è difficile da tenere sotto controllo, visto che si verifica in campi privati nella maggioranza dei casi; è necessario quindi fare affidamento sul buon senso ed il rispetto delle precauzioni da prendere da parte dei contadini.

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