Arriva da Verona la notizia dell'ennesimo caso di violenza di genere commessa fra le mura domestiche. Stavolta la vittima è una donna di origini magrebine, picchiata e minacciata dal compagno connazionale, tornato a vivere insieme a lei dopo un periodo di separazione poiché non aveva altro luogo dove trascorrere il periodo di restrizioni imposto dal Governo per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19.
La coppia, infatti, stando a quanto riferito dai quotidiani locali, aveva già avuto diversi problemi in passato proprio a causa del comportamento del nordafricano. Stanca di subire continui soprusi da parte del compagno, mostratosi violento fin dai primi giorni del matrimonio avvenuto nel 2016, lo scorso febbraio la donna aveva chiesto aiuto alle forze dell'ordine, riuscendo finalmente a liberarsi del suo aguzzino. Quest'ultimo, infatti, era stato allontanato dall'abitazione, sita nel quartiere di Borgo Roma, proprio per tutelare la vittima ed i figli avuti dalla loro relazione.
Il periodo di pace ottenuto dopo anni di maltrattamenti si è però interrotto lo scorso 18 marzo quando, a causa del crescente numero di contagi da Coronavirus, sono arrivati i primi provvedimenti. Dal momento che il 38enne A.N. non aveva alcun posto dove vivere, essendo di fatto divenuto un senza fissa dimora dopo la separazione dal nucleo familiare, la donna ha infatti deciso di ospitarlo a casa, allestendogli un alloggio nella cantina. Una scelta generosa risultata però fatale.
Con il permesso di entrare in casa solo per utilizzare il bagno e consumare i pasti insieme al resto della famiglia, il magrebino è presto tornato alle vecchie cattive abitudini, mostrando insofferenza nei confronti della moglie. Gli scatti d'ira del nordafricano si sono fatti sempre più frequenti, fino ad arrivare allo scorso sabato 28 marzo, quando l'uomo ha dato il peggio di sé, aggredendo e minacciando la moglie davanti ai bambini e ad un'altra testimone.
Entrato in casa con la scusa di usare il bagno, A.N. si è impadronito delle chiavi di alcune stanze per poi chiudere in una di esse un'amica di famiglia, presente al momento della sua irruzione, insieme ai bambini di 7 e 2 anni, e restare da solo con la moglie. La violenza, stando a quanto riferito dagli inquirenti, è scattata subito. Dopo un violento litigio, nel corso del quale la nordafricana ha più volte ribadito di non aver alcuna intenzione di riprendere la relazione, il 32enne è infatti passato alle minacce di morte ed all'aggressione fisica vera e propria. “Ti ammazzo”, le avrebbe più volte urlato, come riportato da “VeronaSera”, mentre continuava a picchiarla. Dopo averle impedito di afferrare il telefono per chiedere aiuto, le ha stretto le mani al collo per poi cercare di spingerla fuori dalla finestra, come riferito dalla vittima.
Malgrado la disperazione e la paura di quei momenti, la donna è in qualche modo riuscita a convincerle il suo aguzzino ad aprire le porte che aveva chiuso in precedenza. Con uno scatto fulmineo è quindi uscita di casa, cominciando ad urlare per richiamare l'attenzione di vicini e passanti. Un gesto che ha mandato su tutte le furie A.N., il quale ha riversato la propria rabbia contro alcuni mobili ed un televisore, senza badare minimamente al fatto che in quel momento fossero presenti anche i bambini. Nel frattempo, l'amica di famiglia, finalmente libera, ha afferrato il telefono per portarlo alla vittima. Immediata la richiesta d'intervento alle forze dell'ordine locali, subito accorse sul posto. All'arrivo degli agenti della questura di Verona, il 32enne si era già dato alla fuga, così sono immediatamente scattate le ricerche. Venuti a conoscenza dei fatti, i poliziotti hanno in breve rintracciato l'uomo, che è stato bloccato in via Capodistria. Accusato di maltrattamenti in famiglia, A.N. si trova in attesa di giudizio.
Si tratta di un pregiudicato, noto non solo per precedenti episodi di violenza in famiglia, ma anche per reati
connessi all'utilizzo di denaro falso.Durante la giornata di lunedì il giudice del tribunale di Verona ha convalidato l'arresto, ma il nordafricano resterà libero fino alla data del processo, fissato per il prossimo 28 aprile.
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