Che dietro tanto buonismo si celi altrettanto fiuto per il business lo ha capito anche chi si ostina a non ammetterlo. Ma che addirittura si voglia fondare una compagnia aerea low cost per portare in Europa i profughi o presunti tali ci sembra proprio un'idea campata per aria.
Uno perché persino l’Unione Europea, così generosa nei confronti degli immigrati, vieta ai soggetti senza regolare passaporto di salire a bordo di un aereo di linea. Due perché non è per niente facile aggirare questa direttiva del 2001 convincendo le compagnie di volo già in essere ad aderire all’iniziativa a scopo puramente umanitario. E’ la discutibile trovata di due imprenditori svedesi, Emad Zand e Susanne Najafi, che intendono strappare dalle mani degli scafisti migliaia di immigrati e consentire loro di spendere molto meno di quanto siano costretti a sborsare prima d’imbarcarsi sulle scialuppe della morte.
«Vorremmo iniziare a vedere profughi atterrare in Europa prima che arrivi il freddo invernale», hanno dichiarato Emad e Susanne, che stanno cercando la complicità di alcune organizzazioni non governative.
Sui social network è già partito l’hashtag #letthemfly (“fateli volare”) e i sostenitori del progetto Refugee Air (ebbene sì, questo sarebbe il nome della compagnia in caso di licenza) pubblicano foto in cui posano facendo il gesto dell’aeroplano. Quando gli affari decollano non c’è frontiera che tenga. Vediamo che ne pensano i filantropi di Bruxelles.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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